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Condilomatosi genitale: cause e terapie

Condilomatosi genitale: cause e terapie

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Condilomatosi genitale: cause e terapie
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06/05/2007

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Angela Pederiva

Sintesi dell'intervista e punti chiave

La condilomatosi genitale è una malattia a trasmissione sessuale. I condilomi, detti anche verruche veneree, possono diffondersi sui genitali interni ed esterni, e su qualsiasi mucosa interessata dal rapporto. L’infezione è provocata soprattutto da due ceppi specifici di Papillomavirus (HPV, Human Papilloma Virus): il 6 e l’11. La crescente promiscuità sessuale sta provocando una vera e propria epidemia: nel mondo occidentale, l’1-2 per cento degli individui sessualmente attivi fra i 16 e i 45 anni è contagiato, il 4 per cento presenta una forma subclinica di infezione e il 15 per cento è portatore sano. La massima vulnerabilità si colloca tra i 16 e i 25 anni. Il problema è che, oltre alla condilomatosi, i Papillomavirus possono causare anche diversi tipi di carcinoma.
In questa intervista analizziamo:
- i due principali tipi di Papillomavirus: quelli a basso e quelli ad alto rischio oncogeno. Fra i primi spiccano proprio i ceppi 6 e 11, responsabili del 90 per cento delle condilomatosi; fra i secondi sono particolarmente aggressivi i ceppi 16 e 18, che provocano il 70 per cento dei carcinomi invasivi del collo dell’utero;
- il meccanismo di funzionamento dell’infezione: l’HPV è un virus “a DNA” (come l’Herpes), ossia usa lo stesso linguaggio genetico delle nostre cellule. Questa caratteristica gli permette di “mimetizzarsi” all’interno del nostro organismo e di non essere più eliminabile: le cure sono solo sintomatiche e una recidiva è sempre possibile;
- il ruolo cruciale del sistema immunitario nel far fronte all’aggressività virale: se questo funziona bene, il virus può restare silente e inattivo anche per anni; se invece le nostre difese si abbassano, l’infezione – benigna o maligna – può scatenarsi in qualsiasi momento, a volte in modo rapidissimo;
- le fasi attraverso cui un’iniziale neoplasia intraepiteliale determinata da un ceppo ad alto rischio oncogeno può evolvere in un carcinoma invasivo dei tessuti, capace di produrre metastasi;
- i motivi per cui le donne sono molto più vulnerabili all’infezione;
- gli esami da fare per rilevare la presenza del virus e/o di lesioni citologiche da esso causate (pap-test, ed eventualmente colposcopia e biopsia mirata) e la sua pericolosità (vira-pap, che rivela quali ceppi abbiano infettato l’individuo);
- le cure oggi disponibili per i condilomi: i farmaci modulatori della risposta immunitaria e i metodi biofisici “distruttivi” (crioterapia, laser terapia, biotermocoagulazione, rimozione chirurgica, causticazione con acidi).

Parole chiave:
Condilomi genitali Malattie sessualmente trasmesse Papillomavirus

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