Marina C. (molto preoccupata)
L’inattività fisica, maggiore in chi è recluso in case piccole, poco luminose e senza giardino, ancor più in città, è il denominatore comune di almeno 35 gravi patologie. Fra queste, in prima linea, i disastri metabolici legati all’aumento di peso e al diabete, all’ipertensione, all’osteoporosi galoppante con aumentato rischio di fratture, alla perdita di massa muscolare (“sarcopenia”) e al deterioramento cognitivo, accelerato dalla depressione e dall’ansia. Tutti fattori che contribuiscono a quel “colpo di vecchiaia” che lei ha purtroppo visto e sentito anche nei suoi genitori.
In positivo, che cosa possiamo fare per attenuare l’impatto sul corpo e sulla mente di queste prolungate chiusure in casa? Essere presenti, con visite quotidiane, o almeno con telefonate affettuose, più volte al giorno, se abitiamo lontano. Mandare foto e video di momenti felici. Cercare vecchi album di immagini e portarglieli. Regalare un fiore, un ciclamino o violette del pensiero colorate da mettere sul balcone. Scrivere e spedire bei biglietti con frasi gentili. Piccoli segni d’amore che fanno sentire i nostri vecchi pensati con affettuosa sollecitudine. Un bel romanzo, ma anche un libro di viaggi, se amano leggere. E’ essenziale stimolare la memoria: a seconda delle abilità dei genitori, e delle disponibilità economiche, regalare DVD con film della loro giovinezza o insegnare come cercarli su Sky. O regalare CD con musiche della loro giovinezza. Un amarcord che può riattivare milioni di cellule nervose, sotto lo slancio antidepressivo di ricordi belli e del sorriso che regalano. Musica da ballo, se da giovani ballavano, invitando a farlo ancora. O a fare esercizi con musica.
Certo, nelle belle giornate è fondamentale incoraggiarli a uscire per camminare. Ma in questo lungo inverno del nostro scontento è bene stimolarli a fare movimento comunque, ancor più nelle giornate uggiose. Insisto sull’attività fisica aerobica perché, se fatta con costanza ogni giorno, aiuta molto anche il cervello: “Mens sana in corpore sano”, lo dicevano duemila anni fa e resta verissimo! Infatti può arrivare a ridurre fino al 30% l’infiammazione, denominatore comune di tutte le patologie. Infiammazione, dal latino “inflammare”, che è un vero incendio biochimico distruttore, scatenato dall’inattività fisica, dall’eccessivo consumo di cibi dolci per gratificarsi (“comfort food”) e dal sovrappeso che ne consegue. Il medico di fiducia dovrebbe poi valutare l’opportunità di integrare l’indispensabile apporto di vitamina D (in tutti gli anziani!) con integratori che contengano iodio, e vitamine del gruppo B fra cui acido folico e, soprattutto, B12. La loro carenza accelera il deterioramento cognitivo, quindi attenzione! E valutare se prescrivere una piccola quantità di antidepressivo e/o ansiolitico per aiutare i nostri anziani a vincere quest’inquieta inerzia, figlia della solitudine e della depressione, per riattivarsi di più. Grazie ancora per l’affettuoso apprezzamento, e mille auguri per i suoi genitori!
Prevenire e curare – Il movimento più facile in casa
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