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Dopo un tumore al seno: come recuperare una felice intimità

Dopo un tumore al seno: come recuperare una felice intimità
11/05/2022

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Ho 58 anni. Ho avuto un piccolo tumore al seno destro 6 anni fa, operato bene. Ho finito il tamoxifene. Single da anni, senza figli, ho iniziato una storia con un amico della giovinezza, ritrovato. Pensavo a un regalo della vita. Invece nel primo rapporto ho avuto un dolore tremendo. Lui ci è rimasto male. Io peggio. Cosa mi consiglia?».
Carla C. (Forlì)
Il dolore ai rapporti è frequente, dopo un tumore al seno e in menopausa, gentile signora. Può essere prevenuto e ben curato, con l’accurata diagnosi delle cause attive nella singola donna. La carenza di estrogeni e la riduzione del testosterone causano atrofia dei tessuti genitali e secchezza vaginale, molto fastidiosa. Più marcata se c’è stato un silenzio dei sensi per anni, perché manca lo stimolo mentale e neurovascolare che tiene parzialmente attiva la base fisiologica della lubrificazione: perché “la funzione crea l’organo”, come ben dicevano i medici dell’antica Scuola Salernitana.
Il problema si complica con una componente “biomeccanica”, quando i muscoli che circondano la vagina si contraggono e si accorciano, per la carenza di ormoni, restringendo l’entrata vaginale. Disturbo maggiore se la donna non ha avuto figli, o li ha avuti solo con taglio cesareo, o se fa eccessive contrazioni di adduttori, addominali bassi e muscoli del pavimento pelvico, con yoga o pilates. Le microabrasioni della mucosa vaginale, causate da rapporti in condizioni di secchezza, causano poi infiammazione e ulteriore dolore.
Per recuperare un’intimità felice, la strategia di cura efficace prevede di:
1) ridurre la componente biomeccanica, che causa più del 50% del dolore: con fisioterapia, esercizi di respirazione diaframmatica e diazepam vaginale, su prescrizione medica, per breve periodo;
2) migliorare la lubrificazione: ottimo l’ospemifene, quando la donna ha completato le cure con gli inibitori delle aromatasi o il tamoxifene. L’ospemifene non è un ormone e non diventa un ormone. Continua a proteggere la mammella ma, diversamente dal “cugino” tamoxifene, dà una buona lubrificazione vaginale;
3) ottimizzare il recupero funzionale dei tessuti genitali con ossigeno-terapia, associata ad acido ialuronico, oppure con laser, o staminali;
4) curare in parallelo l’infiammazione dell’entrata vaginale (vestibolite vulvare), se presente, e usare sempre un lubrificante vaginale protettivo. Utili i probiotici locali.
Con competenza clinica e appropriata personalizzazione della strategia di cura, potrà ben assaporare questo regalo della vita. Auguri!

Pillole di salute

«Mio figlio, 17 anni, frequenta una palestra di fanatici. Ha messo su tanti muscoli. Mi è venuto il sospetto che usi sostanze dopanti. Che rischi corre?».
(RM, Milano)

Fa bene a preoccuparsi. I rischi degli anabolizzanti nei giovani includono: danni alla fertilità, per soppressione del testosterone prodotto dai testicoli e impoverimento dello sperma; acne, caduta dei capelli e ingrossamento delle mammelle (ginecomastia); nel lungo termine, disfunzioni sessuali, rischi metabolici e cardiovascolari, fra cui ipertensione. Parli con chiarezza a suo figlio. Se il dubbio fosse confermato, vi consiglio di consultare un endocrinologo competente in medicina dello sport.

Atrofia vulvovaginale Cancro al seno Dipendenze, droghe e doping Dolore ai rapporti / Dispareunia Fisioterapia / Osteopatia Menopausa iatrogena Ospemifene Secchezza vaginale Sport e movimento fisico

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