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Avversione ed evitamento sessuale: cause scatenanti e approccio terapeutico

Avversione ed evitamento sessuale: cause scatenanti e approccio terapeutico

14/12/2008

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Si chiama “avversione sessuale”, è un disturbo molto più diffuso di quanto non si creda e può colpire non solo le donne, ma anche gli uomini. Si manifesta quando l’intimità scatena, per vari motivi, una forte ansia, e la donna finisce per rifiutare più o meno radicalmente l’intimità stessa. Se nel rifiuto prevale la componente fobica, neurovegetativa e quindi involontaria (ad esempio in seguito a un abuso fisico subìto nell’infanzia), si parla di “avversione” in senso stretto, con sintomi a volte molto simili a quelli dell’attacco di panico. Se invece il rifiuto matura sul piano cognitivo, se cioè la donna – per svariati motivi – rifugge volontariamente l’intimità sessuale con il partner, si preferisce il termine “evitamento”. Entrambe le componenti, però, possono essere presenti nella singola paziente: i due termini non vanno quindi intesi in modo rigido, ma solo come indicatori della possibile prevalenza di una dimensione eziologica sull’altra.
Quali sono le manifestazioni fisiche dell’avversione sessuale? Quali sono, nella donna, le cause scatenanti più frequenti? Quando sorge invece l’evitamento volontario? Che cosa può fare il partner per favorire la guarigione, o almeno non peggiorare la situazione?
In questa intervista illustriamo:
- i sintomi e i segni che la donna manifesta, in misura variabile, quando prevale la componente d’ansia: tensione muscolare, occhi sbarrati, sudorazione fredda, vasocostrizione, tachicardia, brusche variazioni di pressione, fame d’aria, nausea e vomito, angoscia anche molto profonda;
- il ruolo dei due ormoni dell’allarme, l’adrenalina e il cortisolo, in questo tipo di reazione neurovegetativa;
- i fattori che possono scatenare la fobia, con particolare riguardo agli abusi fisici e ai traumi psicologici;
- come la predisposizione genetica all’ansia possa ulteriormente aggravare l’intensità dell’avversione;
- le principali motivazioni psicosessuali e relazionali dell'evitamento volontario: convinzione di essere sessualmente incapace; senso di inadeguatezza fisica; disturbi del desiderio o dell’eccitazione;
- come l’evitamento possa nascere anche in risposta a una disfunzione sessuale del partner (deficit erettivo, specie di mantenimento; ejaculazione precoce), o da una sua insufficiente attenzione all’igiene personale e alla forma fisica;
- l’importanza che l’uomo non assuma mai verso la donna un atteggiamento aggressivo, che finirebbe solo per aggravare il disturbo e logorare la relazione;
- le opzioni terapeutiche più efficaci nel caso in cui l’evitamento sia provocato da un disturbo sessuale del partner;
- come in generale, vista la complessità dei fattori in gioco, una diagnosi differenziale ben fatta sia essenziale per definire il mix terapeutico più efficace.

Parole chiave:
Avversione sessuale Evitamento sessuale Rapporto di coppia

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