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Fibromatosi uterina e fertilità: come scegliere la terapia

Fibromatosi uterina e fertilità: come scegliere la terapia
10/07/2019

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

ATTENZIONE: Il farmaco di cui si parla in questo articolo, l’ulipristal acetato, approvato per la cura della fibromatosi uterina e usato da oltre 800.000 donne nel mondo, è stato ritirato dal commercio per iniziativa del Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) della European Medicines Agency (EMA), per alcuni casi di epatite grave comparsa in corso di trattamento.
“Ho 39 anni, e finalmente un compagno con cui costruire una famiglia e avere un figlio. Purtroppo l’ultimo controllo ginecologico, che ho fatto per i cicli abbondanti, ha evidenziato la presenza di tre fibromi, uno di 4 centimetri e due di 3 centimetri. Il ginecologo mi ha detto che posso scegliere fra l’intervento in laparoscopia, per toglierli, oppure la terapia medica. Io sarei per la cura farmacologica, il mio compagno per la chirurgica («così ti togli il pensiero»). Lei che cosa consiglia in casi come il mio?”.
Valeria G. (Arezzo)
Gentile signora, nelle situazioni benigne, come la fibromatosi, è saggio scegliere prima le terapie mediche, più conservative, maneggevoli e con meno rischi rispetto alle opzioni chirurgiche. Tanto più che oggi abbiamo a disposizione un farmaco, l’ulipristal acetato, che si lega ai recettori del progesterone, bloccando la crescita dei fibromi e riducendone del 67% il volume, oltre a ridurre il sanguinamento nel 97,3% delle donne trattate. Finora più di 770.000 donne nel mondo sono state curate con questo farmaco. E’ raccomandato il dosaggio delle transaminasi, indicatori di salute del fegato, prima di iniziare la terapia e ogni mese per i primi due cicli di cura. Sul fronte della fertilità, in particolare, tre studi recenti mi consentono di darle tre ottime notizie:
1. il significativo miglioramento della vita sessuale, grazie all’aumento del desiderio e dell’energia vitale dovuto alla cura dell’anemia, alla migliore lubrificazione e alla riduzione del dolore alla penetrazione profonda;
2. la protezione della riserva ovarica, grazie alla quale il patrimonio follicolare resta invariato durante la terapia: questo protegge la fertilità, cosicché lei potrà cercare un figlio subito dopo i primi due cicli di cura con l’ulipristal acetato. Ogni ciclo prevede tre mesi attivi, intervallati da due cicli mestruali senza farmaco, utili per ridurre il volume dei fibromi nel rispetto della funzione ovarica;
3. il buon decorso delle gravidanze condotte a termine con bimbi sani, dopo la fine della terapia.
Questi dati confermano i molti benefici dell’ulipristal acetato per la salute sessuale e procreativa delle donne che hanno scelto la terapia medica della fibromatosi uterina, su consiglio del ginecologo/a di fiducia, proprio in vista di una futura gravidanza.

Prevenire e curare – Fibromatosi uterina: quando è indicata la chirurgia

La terapia dei fibromi è chirurgica quando:
- sono peduncolati e causano coliche uterine: in tal caso l’isteroscopia operativa è l’intervento di scelta;
- sono eccessivamente voluminosi;
- non rispondono alla terapia medica;
- crescono in corso di terapia medica, per cui l’intervento è necessario per escludere o curare lesioni a rischio di malignità, indipendenti dalla terapia medica in corso.

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