Marianna, l’infelice (Trieste)
1) usare un gel vaginale all’acido ialuronico oppure al colostro: non contengono ormoni e possono quindi essere usati in piena tranquillità anche da chi, come lei, ha avuto un tumore. Con meccanismo diverso aiutano a riparare la mucosa vaginale e a renderla più elastica, recettiva e lubrificata. In alternativa, o in associazione, anche il laser all’Erbium o al CO2 possono ridurre la secchezza da atrofia vaginale;
2) fare una breve fisioterapia per rilassare i muscoli che circondano la vagina (“elevatore dell’ano”) che si contraggono in risposta al dolore, rendendo l’entrata vaginale più stretta e più vulnerabile alle microabrasioni («è come se avessi dei taglietti lì»);
3) se ha già completato le cure per il tumore al seno, incluse le terapie adiuvanti con inibitori delle aromatasi o con il tamoxifen, può usare l’ospemifene, ora disponibile anche in Italia. Non è un ormone ed è stato approvato anche per le donne che hanno superato il tumore al seno. Si assume una compressa (60 mg) per bocca ogni sera. Immagini i recettori ormonali per gli estrogeni come una serratura. L’ospemifene è una chiave intelligente che cambia d’azione a seconda del tessuto in cui lavora. A livello del seno, entra nel recettore e lo blocca: ecco perché è antiproliferativo e quindi protettivo, anche dopo tumore al seno (come suo cugino, il tamoxifen). A livello della vagina entra nel recettore e lo attiva, regalando una buona lubrificazione e una recuperata salute della parete vaginale, a tutto spessore, vasi inclusi. Sull’endometrio, dentro l’utero, è neutro, quindi non presenta i rischi del tamoxifen.
Ottime notizie, vero? Auguri!
Prevenire e curare – Si può usare il testosterone, dopo tumore al seno?
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