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Pillola contraccettiva: la violenza del partner riduce l'aderenza della donna

30/01/2023

Pillola contraccettiva: la violenza del partner riduce l’aderenza della donna
“Science News” - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Zheng A, Nelson HN, McCall-Hosenfeld JS, Lehman EB, Chuang CH.
Recent intimate partner violence and oral contraceptive pill adherence in a cohort of reproductive-aged women
J Womens Health (Larchmt). 2022 Dec;31(12):1703-1709. doi: 10.1089/jwh.2021.0622. Epub 2022 Sep 20

Valutare se e in che misura recenti episodi di violenza da parte del partner possono condizionare l’aderenza della donna all’assunzione della pillola contraccettiva: è questo l’obiettivo dello studio coordinato da Amy Zheng, ed espressione del Pennsylvania State University College of Medicine, di Hershey, e del University of Rochester Medical Center, Stati Uniti.
La ricerca è stata condotta su 373 donne che avevano preso parte al MyNewOptions Study, un’indagine on line volta ad analizzare i comportamenti contraccettivi e riproduttivi delle donne statunitensi, e il loro impatto sul tasso di gravidanze indesiderate.
Gli episodi di violenza sono stati individuati:
- con il test HARK, articolato in quattro domande volte ad accertare gli abusi fisici, emotivi e sessuali avvenuti nell’ultimo anno;
- con la denuncia spontanea di abusi sessuali avvenuti negli ultimi sei mesi.
Ecco, in particolare, le quattro domande del test:
H – Humiliation (umiliazione): nell’ultimo anno, sei stata umiliata o abusata emotivamente dal tuo partner o dal tuo ex-partner?
A – Afraid (paura): nell’ultimo anno, hai avuto paura del tuo partner o del tuo ex-partner?
R – Rape (stupro): nell’ultimo anno, sei stata violentata o costretta a un qualsiasi tipo di rapporto indesiderato dal tuo partner o dal tuo ex-partner?
K – Kick (percosse): nell’ultimo anno, sei stata presa a calci, colpita a pugni, schiaffeggiata o comunque ferita fisicamente dal tuo partner o dal tuo ex-partner?
L’aderenza all’assunzione del contraccettivo è stata definita “alta” se la donna riportava di avere dimenticato non più di una pillola al mese.
Questi, in sintesi, i risultati (che includono ulteriori outcome secondari):
- solo il 53.6% delle partecipanti è risultato altamente aderente all’assunzione del contraccettivo;
- ben il 25.2% ha riportato almeno un recente episodio di violenza;
- le vittime di violenza hanno una probabilità significativamente inferiore di essere altamente aderenti all’assunzione della pillola (AOR 0.54, 95% CI: 0.32-0.92);
- l’appartenenza al culto protestante si associa a una più elevata aderenza rispetto ad altre fedi o all’indifferenza religiosa (AOR 2.41, 95% CI: 1.24-4.65);
- le donne più giovani (18-25 anni e 26-33 anni) tendono ad avere una minore aderenza rispetto alle donne di 34-40 anni (AOR 0.45, 95% CI: 0.20-1.00 e AOR 0.40, 95% CI: 0.18-0.91, rispettivamente).
Restando alla questione del rapporto fra violenza e aderenza, si può concludere che:
- gli episodi di violenza domestica sono drammaticamente frequenti;
- l’avere subito una violenza recente da parte del partner, di qualsiasi tipo essa sia stata, riduce l’aderenza della vittima all’assunzione della pillola contraccettiva;
- questo è un dato che deve fare riflettere tutti: innanzitutto le donne e i loro partner, e poi i familiari, i conoscenti, i vicini di casa, i medici, gli psicologi, le forze dell’ordine, il legislatore, la società nel suo insieme. Dimenticare il contraccettivo, accrescendo il rischio di una gravidanza indesiderata, non significa soltanto che il trauma provocato incide sulla serenità, la concentrazione e la memoria della vittima: può segnalare anche una profonda crisi dell’autostima, in modo simile a quanto avviene nelle donne economicamente e socialmente svantaggiate per livello di reddito e di istruzione, età ed etnia, dipendenze ed emarginazione. Significa degradare la donna e la sua dignità, confinandola nel pericoloso territorio dell’abbandono di sé. Tutto ciò è molto di più della semplice dimenticanza di un farmaco. Rete familiare e amicale, supporto medico, protezione legale, assistenza sociale e soprattutto l’impegno da parte di tutti di donare una nuova speranza e un nuovo futuro a queste vittime devono essere un obiettivo primario di ogni collettività che si voglia definire davvero civile.
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