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Obesità in gravidanza: linee guida a confronto

04/03/2018

Obesità in gravidanza: linee guida a confronto
"Science News" - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Vitner D, Harris K, Maxwell C, Farine MD.
Obesity in pregnancy: a comparison of four national guidelines
J Matern Fetal Neonatal Med. 2018 Feb 15:1-381. doi: 10.1080/14767058.2018.1440546. [Epub ahead of print]

Confrontare quattro autorevoli linee guida nazionali sulla gestione dell’obesità in gravidanza: è questo l’obiettivo dello studio coordinato da Dana Vitner, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Toronto, Canada.
L’obesità in gravidanza è diventata un’importante questione ostetrica a causa della sua crescente prevalenza e dei potenziali effetti negativi che essa può avere per la madre e per il feto. L’analisi si propone di individuare i punti di convergenza e le eventuali divergenze fra le seguenti linee guida:
- American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) 2015;
- Royal Australian and New Zealand College of Obstetricians and Gynecologists (RANZCOG) 2013;
- Royal College of Obstetrics and Gynecology (RCOG) 2010;
- Society of Obstetrics and Gynecologists of Canada (SOGC) 2010.
Anticipiamo subito che non sussistono contraddizioni di rilievo fra i quattro documenti, ma solo qualche variante di dettaglio.
In particolare:
- tutti sottolineano l’importanza di identificare le donne a rischio di obesità e sovrappeso prima della gravidanza, in modo tale da impostare un adeguato counseling preventivo su alimentazione e movimento fisico;
- l’obesità viene concordemente fatta corrispondere a un indice di massa corporea uguale o superiore a 30;
- le raccomandazioni sull’incremento ottimale di peso in gravidanza sono analoghe;
- viene sottolineata con forza l’importanza di informare la donna sui rischi materni e fetali correlati all’obesità in gravidanza, al momento del parto e nel post parto;
- si raccomanda lo screening precoce del diabete gestazionale;
- si auspica che le cliniche e le sale parto siano dotate di apposite risorse tecniche e professionali per le donne obese;
- si registrano alcune divergenze sui dosaggi ottimali di acido folico, vitamina D e aspirina;
- si suggerisce di gestire la tromboprofilassi in funzione delle specifiche esigenze di ogni singola paziente.
E’ importante che le linee guida adottino una terminologia il più possibile comune per strutturare raccomandazioni sempre più coerenti a livello internazionale, ed è molto positivo – anche per il medico pratico italiano – che dai quattro documenti presi in considerazione emerga una convergenza di fondo su tutti gli aspetti più rilevanti della tematica dell’obesità in gravidanza. Le divergenze sono del pari importanti, perché contribuiscono a definire gli ambiti su cui orientare la futura ricerca.
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