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Meditazione e rischio cardiovascolare: linee guida della American Heart Association

15/10/2017

Meditazione e rischio cardiovascolare: linee guida della American Heart Association
"Science News" - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Levine GN, Lange RA, Bairey-Merz CN, Davidson RJ, Jamerson K, Mehta PK, Michos ED, Norris K, Ray IB, Saban KL, Shah T, Stein R, Smith SC Jr; American Heart Association Council on Clinical Cardiology; Council on Cardiovascular and Stroke Nursing; and Council on Hypertension
Meditation and cardiovascular risk reduction: a scientific statement from the American Heart Association
J Am Heart Assoc. 2017 Sep 28; 6 (10). pii: e002218. doi: 10.1161/JAHA.117.002218

Fornire una review sistematica dei potenziali benefici della meditazione sul rischio cardiovascolare: è questo l’obiettivo delle linee guida emanate quest’anno dalla American Heart Association (AHA).
Nonostante gli indubbi progressi nella prevenzione e della terapia dell’aterosclerosi, le malattie cardiovascolari rimangono una causa primaria di mortalità: in questo contesto, è importante accertare l’utilità di ogni forma di prevenzione primaria o secondaria che sia di facile accesso e basso costo. Le diverse pratiche di meditazione rispondono a entrambi i requisiti ed è per questo motivo che sono state prese in considerazione, per la prima volta, a un livello scientifico così autorevole.
Numerosi studi neurofisiologici e neuroanatomici indicano che la meditazione può avere positivi effetti a lungo termine sul cervello, e sulla salute generale e cardiovascolare. Tali studi, in particolare, documentano – sia pure con variabili gradi di evidenza – benefici sullo stress, sull’ansia, sulla dipendenza da fumo, sulla pressione sanguigna, sull’insulinoresistenza, sulle sindrome metabolica, sulle funzioni endoteliali, sull’ischemia miocardica e, in generale, sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari.
Le linee guida non riguardano pratiche mentali come lo yoga e il Tai Chi, perché esistono già prove consolidate che queste attività possano aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiache: al contrario, l’AHA ha concentrato l’attenzione sulla meditazione da seduti, che include forme come Samatha, Vipassana (Meditazione Insight), Meditazione mindfulness, Meditazione Zen (Zazen), Raja Yoga, Loving-Kindness (Metta) e Meditazione trascendentale.
Il documento:
- sottolinea con forza come la meditazione non sostituisca, ma vada sempre associata a stili di vita sani e alle terapie farmacologiche prescritte dal cardiologo di fiducia;
- auspica la messa a punto di nuovi studi randomizzati e con un follow up a lungo termine per la conferma dei dati sin qui raccolti.
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