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Educazione sessuale: non sempre basta a stimolare comportamenti responsabili da parte dei giovani

20/06/2022

Educazione sessuale: non sempre basta a stimolare comportamenti responsabili da parte dei giovani
“Science News” - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Cegolon L, Bortolotto M, Bellizzi S, Cegolon A, Bubbico L, Pichierri G, Mastrangelo G, Xodo C.
A survey on knowledge, prevention, and occurrence of sexually transmitted infections among freshmen from four Italian universities
Int J Environ Res Public Health. 2022 Jan 14;19(2):897. doi: 10.3390/ijerph19020897

Valutare se il livello di educazione alla salute sessuale correli con gli effettivi comportamenti sessuali degli studenti universitari italiani: è questo l’obiettivo dello studio osservazionale trasversale coordinato da Luca Cegolon ed espressione delle Università di Trieste, Padova e Macerata, dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina e dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale di Roma.
Il picco di infezioni sessuali che si registra fra gli adolescenti e i giovani segnala un insufficiente livello di educazione e prevenzione. Ma lo studio dimostra che, in realtà, la situazione è più complessa, e tutt’altro che lineare.
La ricerca è stata condotta fra le matricole di quattro Università italiane: tre del nord (Padova, Bergamo, Milano) e una del sud (Palermo). I dati stati raccolti attraverso un questionario cartaceo anonimo, distrubuito a lezione. Tre gli outcome principali:
- conoscenza delle malattie sessualmente trasmesse, o MST (punteggio numerico lineare);
- conoscenza delle metodiche di prevenzione (variabile dicotomica: sì, no);
- infezioni pregresse (variabile politomica: sì, non, non so).
Questi, in sintesi, i risultati:
- sono state intervistate 4552 matricole, con un tasso di risposta del 97.9%;
- età media: 21.4 ± 2.2 anni;
- 29.7% maschi, 70.3% femmine;
- il 60% degi studenti viveva in una coppia stabile;
- solo il 28% conosce i più efficaci metodi di prevenzione delle MST (profilattico e astinenza), con una più elevata prevalenza tra le femmine (31.3%) rispetto ai maschi (25.8%);
- il 5.1% aveva una storia personale di MST;
- chi si ammala tende a parlarne con il medico di base (38.1%) più che con il/la partner (13.1%);
- si registra una migliore conoscenza delle MST fra gli studenti più anziani (25 anni e oltre), quelli iscritti a facoltà di area biomedica e quelli che provengono da famiglie non nucleari;
- si registra invece una minore conoscenza fra i maschi in generale, le matricole dell’Università di Palermo, gli studenti di scienze della formazione e scienze economico-politiche, gli stranieri e i figli di genitori con un basso livello di istruzione;
- il rischio di contrarre una MST è significativamente minore fra gli studenti che non vivono una relazione affettiva stabile (relative risk ratio, RRR = 0.67; 95% CI = 0.48; 0.94), mentre è significativamente maggiore fra quelli che meglio conoscono le infezioni sessuali (RRR = 1.15; 95% CI = 1.08; 1.22).
In conclusione:
- le matricole universitarie hanno in generale un’insufficiente conoscenza delle MST e delle modalità di prevenzione;
- del tutto inaspattetamente, gli studenti che le conoscono meglio sono anche quelli con il maggior rischio di ammalarsi;
- questo indica che l’impegno informativo usualmente condotto nelle scuole non basta: occorrono interventi formativi prolungati, di elevata qualità e con follow up a lungo termine, anche negli anni degli studi universitari;
- l’efficacia di questa strategia andrà poi monitorata nel tempo, per individuare tempestivamente le azioni efficaci che possono essere replicate in altri contesti geografici e quelle che devono essere ulteriormente migliorate.
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