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Diagnosi e terapia della candidosi vulvovaginale: un nuovo documento di consenso

21/11/2021

Diagnosi e terapia della candidosi vulvovaginale: un nuovo documento di consenso
“Science News” - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Farr A, Effendy I, Frey Tirri B, Hof H, Mayser P, Petricevic L, Ruhnke M, Schaller M, Schaefer APA, Sustr V, Willinger B, Mendling W.
Guideline: Vulvovaginal candidosis (AWMF 015/072, level S2k)
Mycoses. 2021 Jun;64(6):583-602. doi: 10.1111/myc.13248. Epub 2021 Feb 27

Fornire indicazioni aggiornate e condivise sulla diagnosi e la terapia della candidosi vulvovaginale recidivante: è questo l’obiettivo delle linee guida messe a punto da dodici esperti designati dalla Associazione delle società medico-scientifiche di lingua tedesca (Arbeitsgemeinschaft der Wissenschaftlichen Medizinischen Fachgesellschaften, AWMF). Fra i centri partecipanti, l’Università di Vienna, l’ospedale universitario di Tübingen e il Deutsches Zentrum fuer Infektionen in Gynaekologie und Geburtshilfe a Wuppertal, Germania.
Il 70-75 per cento delle donne viene colpito da candidosi vulvovaginale (vulvovaginal candidosis, VVC) almeno una volta nella vita. Nelle pazienti in età fertile, in gravidanza, asintomatiche e sane, e in quelle con VVC acuta, il ceppo prevalente è la Candida albicans.
Queste, in estrema sintesi, le principali indicazioni del documento di consenso:
- la diagnosi di VVC dovrebbe basarsi sui sintomi clinici e sull’individuazione al microscopio di pseudo-ife;
- i soli sintomi non consentono un’affidabile diagnosi differenziale della causa della vaginite;
- nei casi ricorrenti o complicati, la diagnosi dovrebbe prevedere anche un esame colturale per una precisa identificazione dei ceppi coinvolti;
- la determinazione sierologica dei titoli anticorpali non è prevista nella diagnosi della VVC;
- prima di avviare qualsiasi terapia, la diagnosi deve essere sempre confermata con certezza;
- la VVC acuta può essere trattata con imidazolici locali, polieni o ciclopiroxolamina, tramite ovuli, creme o compresse vaginali;
- i triazoli possono essere somministrati anche per via orale, insieme a creme antimicotiche, per la specifica terapia della vulva;
- gli antimicotici più comuni sono generalmente ben tollerati, e i diversi regimi di somministrazione offrono benefici simili;
- gli antisettici sono potenzialmente efficaci, ma possono danneggiare il microbiota vaginale;
- le donne asintomatiche, e i partner sessuali del pari asintomatici, non dovrebbe essere trattati;
- alle donne affette da vulvovaginite da Candida albicans recidivante può essere proposta una terapia di mantenimento a base di triazoli per via orale, a dosi via via più basse;
- non si dovrebbero mai somministrare terapie antimicotiche non strettamente necessarie, e la vaginiti da ceppi non-albicans dovrebbero essere trattati con agenti antifungini alternativi;
- negli ultimi 6 mesi di gravidanza, le donne dovrebbero ricevere una terapia antimicotica volta a ridurre il rischio di trasmissione verticale, candidosi orale e dermatite da pannolino del neonato;
- durante la gestazione sono comunque da preferire le terapie locali.
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