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Aborto spontaneo precoce: il dolore della perdita dopo l'illusione di una gravidanza felice

Aborto spontaneo precoce: il dolore della perdita dopo l'illusione di una gravidanza felice

25/10/2009

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Per una giovane coppia che desideri un figlio, l’aborto spontaneo – soprattutto se precoce – è una delle delusioni più dolorose e cocenti. Il rimpianto, poi, è ancora più aspro quando il test di gravidanza, risultando positivo, aveva sin dai primissimi giorni alimentato la speranza di una gravidanza felice. Al punto che molte donne si chiedono se il responso di quelle striscioline reattive, acquistate in farmacia e così facili da usare, sia poi così attendibile come si dice.
Il test di gravidanza, in realtà, è molto affidabile: ma la sua positività non garantisce affatto che la gravidanza proceda poi senza difficoltà. L’aborto, infatti, può essere provocato dall’insufficiente vitalità dell’embrione o da problemi materni, come un fibroma non diagnosticato o un utero ipoplasico, ossia incapace di distendersi adeguatamente. Questo però non deve indurre alla disperazione: come ben sapevano le ostetriche di una volta, anche la capacità di gestazione ha bisogno di maturare pienamente e con ogni probabilità, se la donna è sostanzialmente sana, la seconda gravidanza darà i risultati sperati. Inoltre, confermando l’avvenuto concepimento, il test fornisce informazioni preziose circa la fertilità della coppia, la pervietà delle tube e l’integrità dell’apparato genitale della futura mamma.
Su quale principio biologico si basa il test di gravidanza? Come si usa in concreto? Qual è il suo tasso di affidabilità? E’ vero che, dopo un aborto, va ripetuto dopo un paio di settimane?
In questa intervista illustriamo:
- le fasi e i tempi del concepimento, dalla fecondazione dell’uovo al suo annidamento in utero;
- come il test si basi sul dosaggio della “gonadotropina corionica” (beta HCG, Human Chorionic Gonadotropin), un ormone prodotto, dopo l’annidamento, da parte del tessuto che dà poi origine alla placenta;
- a che cosa serve la beta HCG, e dove si trova;
- come lo può rilevare: con un prelievo del sangue o un dosaggio nelle urine, come avviene per i test di gravidanza attualmente in commercio;
- come si adoperano le striscioline reattive che costituiscono il materiale del test;
- perché è meglio effettuare l’esame al mattino, e ripeterlo dopo qualche giorno;
- i dati di affidabilità pubblicati sul Journal of American Medical Association (JAMA);
- perché la sensibilità del test aumenta dopo una settimana dalla mancata mestruazione;
- l’importanza, in caso di aborto, di ripetere il dosaggio dopo 15 giorni, per escludere che nell’utero vi siano ancora frammenti di placenta o una degenerazione dei tessuti in mola vescicolare.

Parole chiave:
Aborto spontaneo Concepimento Test di gravidanza

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