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Vaccino anti HPV: serve anche dopo aver contratto il virus

Vaccino anti HPV: serve anche dopo aver contratto il virus
10/04/2024

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Ho 42 anni e purtroppo dal pap-test è emersa un’infezione da papillomavirus con lesioni cellulari CIN 2. Si è anche visto che ho contratto i ceppi 16 e 31. Mi sono state proposte l’ablazione della lesione e la vaccinazione, “per proteggermi meglio”. Ma se l’ho già preso perché dovrei vaccinarmi? Grazie!».
Arianna C. (Rieti)
Condivido il consiglio per la vaccinazione, gentile signora. La famiglia dei papillomavirus (HPV) comprende più di 130 ceppi diversi, fratelli o cugini, per così dire. I ceppi 6 e 11 causano i condilomi (o verruche veneree), il 16 e 18 sono i più potenti nel causare tumori nei tessuti colpiti: genitali, anali, orali, vescicali. Altri ceppi, fra cui il 31, hanno una minore potenzialità oncogena. In Italia questi ceppi causano ogni anno circa duemila carcinomi maligni negli uomini e oltre 4.400 nelle donne. La loro aggressività è aumentata dal fumo, che triplica il rischio di cancro.
Gli HPV hanno un codice genetico che usa lo stesso alfabeto del nostro (acido desossiribonucleico, DNA) per cui riescono a inserirsi nel nucleo delle cellule infettate. Possono poi: 1) essere eliminati attraverso la “clearance”, i cui meccanismi però non sono ancora chiari; 2) restare silenti per anni in un “portatore sano”, uomo o donna, che può essere contagioso. Oppure possono attivarsi nel DNA delle nostre cellule e, a seconda del ceppo, causare: 3) i condilomi, proliferazioni cellulari benigne, dure e molto infettive perché piene di virus; 4) lesioni precancerose che, se non curate, evolvono in carcinomi invasivi del collo dell’utero, della vagina e della vulva, nella donna; del pene nell’uomo; della bocca, dell’ano e della vescica in entrambi.
Il vaccino è sicuro? Sì perché non contiene DNA virale: è quindi diverso dai vaccini con virus attenuati, come quelli per la rosolia o l’epatite. L’antigene, ossia la sostanza che viene iniettata nel nostro corpo col vaccino per stimolare gli anticorpi necessari alla difesa immunitaria, è la proteina L1 del “capside”, il rivestimento del virus: la sua “carrozzeria”, per capirci. Questa proteina non ha capacità infettante e non è dannosa, poiché non contiene DNA. Di fatto è solo un “numero di targa” che consente all’organismo di creare gli anticorpi per riconoscere il virus pericoloso da eliminare. Ripeto quindi che non esiste alcuna possibilità di infettarsi con il vaccino. Le reazioni avverse, rare, possono essere attivate dagli eccipienti, come le proteine dell’uovo.
Dopo un’infezione, ha senso vaccinarsi sia per non contrarre i virus con i quali non si è ancora entrati in contatto, sia per ridurre del 40% le lesioni causate da quelli che ci hanno già infettati. Il vaccino nonavalente protegge contro i nove ceppi più aggressivi, più altri che hanno la proteina L1, ossia la “targa”, molto simile.
L’ottima notizia è che il vaccino riduce del 97% il rischio di carcinomi. L’uso costante del profilattico previene l’infezione, la vaccinazione anti HPV crea anticorpi efficaci, ossia scudi biologici contro l’infezione e le sue conseguenze.

Pillole di salute

«La stitichezza può causare cistiti nelle bambine?».
Elena T.

Sì, perché la stipsi causa infiammazione e microlesioni della parete dell’ampolla rettale, e facilita il passaggio di germi, come l’Escherichia coli uropatogeno, che possono infettare vagina e vescica, causando vaginiti e cistiti. Mantenere un intestino regolare è la migliore prevenzione, anche nelle bimbe.

Cancro del collo dell'utero Condilomi genitali Papillomavirus Tumori e linfomi Vaccino anti HPV

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