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Prostituzione minorile: abusi, rischi, reati, malattie e cicatrici permanenti

18/11/2013

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

«Farlo per farlo, tanto vale che mi paghino, almeno ci guadagno qualcosa…». Cosa ci perde, di suo, una ragazzina di 15 anni che “sceglie” di vendersi? A volte per una ricarica di telefono, o poco di più? E’ davvero una scelta, la sua? Qual è il prezzo in salute di un comportamento così rischioso e brutale, se visto con gli occhi del cuore e del sentimento?
La prostituzione è in aumento vertiginoso, in tutte le sue forme, anche le più abbiette. Tra queste, la prostituzione minorile è la più drammatica e inquietante. In Italia, si calcola che tra il 7 e il 10% delle persone coinvolte nella prostituzione siano minorenni, adolescenti e bambini, di ambo i sessi (anche se si tende a parlarne solo al femminile). Il numero esatto è difficile da valutare, perché la prostituzione minorile è in gran parte sommersa e segreta: avviene in appartamenti, club privati, alberghi. E’ un reato, in Italia punibile con pene che variano da uno a sei anni. La gran parte dei clienti o sfruttatori di minorenni sa tuttavia di farla (quasi sempre) franca, dati l’andamento della giustizia in Italia, le collusioni protettive e la lunghezza spaventosa dei processi. Per questo la rete di abusi continua e si amplia impunita.
Perché un minorenne entra nel giro della prostituzione? Per costrizione, motivo tanto più forte quanto minore è l’età della baby-prostituta; raramente per scelta. La costrizione nasce dall’induzione alla prostituzione: diretta da parte di adulti (familiari o sconosciuti, spesso associati in gang criminali) o indiretta, perché la bambina, soprattutto in Paesi a basso reddito, vive in condizioni di estrema povertà, di abuso familiare, oppure è abbandonata o orfana. La scelta (con tutti i limiti che può avere la capacità di decisione di un adolescente) nasce dal consumismo: per il desiderio di avere denaro da spendere in oggetti o vestiario griffato, o per ottenere vantaggi associati a un uso strumentale, cinico, disincantato e distaccato del proprio corpo. Un corpo che diventa oggetto sessuale e oggetto commerciale: non più soggetto di emozioni, di affetto, di innamoramento e amore, di dedizione reciproca, di sogni e di progetti luminosi di vita.
Alto è il prezzo che pagano queste ragazze (e ragazzi) che si vendono e buttano via. O che sono indotte a farlo da adulti cinici, e usate da ominicchi senza dignità, che hanno bisogno di una minorenne a pagamento per sentirsi maschi. Il prezzo è alto in salute: le malattie sessualmente trasmesse sono elevate e proporzionali alla promiscuità e all’assenza di profilattico, che una minorenne fa fatica a imporre a un adulto, in più pagante. E comunque il profilattico non viene di fatto mai usato nel rapporto orale, e spesso nemmeno in quello anale: per questo poi triplicano nelle donne, i tumori in bocca e gola, e nell’ano, indotti dai Papillomavirus oncogeni contratti con i rapporti. Quante di queste ragazze sono state vaccinate contro il Papillomavirus? Rischio cancro in aumento, dunque, ma anche aumento di infezioni pelviche da Chlamydia, con la prospettiva futura di sterilità e dolore pelvico cronico. Rischi di sifilide, perfino, in ritorno proprio a causa della prostituzione, specie dall’Europa dell’Est. Aumento di gravidanze indesiderate e di aborti indotti. Rischio di abusi, percosse, violenze sessuali e non: entrate in quel mondo, è difficilissimo uscirne. Aumentano solitudine, ansia e depressione, disistima, rischio di suicidio, quando la verità di quella vita, costretta o “scelta” per ignoranza, per leggerezza, per mancanza di una famiglia affettuosa e presente, si impone alla coscienza con tutta la sua brutalità. Aumenta l’asfissia dell’anima, per la progressiva difficoltà a pensarsi in un altro modo, con un’altra vita, fatta di scelte vere e dignità.
La prostituzione devasta il presente e uccide il futuro di ogni minore coinvolto. Noi adulti non possiamo continuare a chiudere gli occhi su questa devastazione morale. Né, ancor peggio, aprirli solo sull’aspetto trasgressivo, pruriginoso, morboso del fenomeno. Così facendo, diventiamo complici voyeuristi dell’abuso. Dovremmo comportarci coerentemente con una sola domanda: e se quel bambino, quella ragazza, quel ragazzo fosse mio figlio?

Adolescenti e giovani Bambini Consumismo Malattie sessualmente trasmesse Papillomavirus Pedofilia Povertà Prostituzione / Prostituzione minorile

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