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Il vaccino anti Papillomavirus è sicuro e salva da molti tumori

15/11/2017

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

“Sono molto disorientata da questa polemica sui vaccini anti Papillomavirus: voi medici dite che sono sicuri, e invece su Internet si legge di tutto. Dovrei vaccinare mia figlia di 12 anni. Mi può spiegare perché il vaccino anti Papillomavirus è sicuro e non infetta?”.
Maria Chiara S. (Venezia)
Le rispondo volentieri perché la sua perplessità è condivisa da migliaia di altri genitori. Conosco molto bene il Papillomavirus (Human Papilloma Virus, HPV): ho iniziato a studiarlo nel 1983, per la mia tesi di specializzazione in Oncologia, che ho dato nel 1985 all’Università di Padova, quando eravamo in quattro gatti ad occuparcene. Ho seguito centinaia di donne, anche molto giovani, con lesioni causate da Papillomavirus, fra cui carcinomi invasivi del collo dell’utero, con rimozione di utero, ovaie e linfonodi, con menopausa precoce e sterilità, o carcinomi della zona anorettale. Nelle forme gravi, chirurgia e radioterapia possono comportare lesioni progressive della vagina, come retrazioni e accorciamenti fino all’impossibilità ai rapporti.
Detto questo: perché il vaccino anti-HPV è sicuro? Semplice: ogni virus ha due componenti, il codice genetico e il capside, ossia l’involucro che lo avvolge. Se pensa a un’automobile, il codice genetico è il motore e il capside è la carrozzeria. Il codice contiene tutte le informazioni (il “programma”) che consentono all’HPV di infettare e trasformare le cellule in tumorali, se ha capacità oncogena . Può essere costruito con due linguaggi: acido desossiribonucleico (DNA) o ribonucleico (RNA). I virus a DNA, come l’HPV o l’Herpes, entrano nel codice genetico delle nostre cellule, il DNA, perché usano lo stesso linguaggio, come veri “cavalli di Troia”. Possono restare silenti, essere eliminati, o riattivarsi e causare danni seri.
Per costruire il vaccino anti-HPV non si usa il codice genetico, ma solo una proteina (L1) del capside, che equiparo al numero di targa, perché è diversa da un ceppo di HPV a un altro. Alcuni numeri sono simili: il nostro sistema immunitario può così riconoscere ceppi affini intercettandoli ed eliminandoli prima che infettino le nostre cellule. Non c’è invece DNA del virus: ecco perché non c’è alcuna capacità infettante. Lo dimostrano i 270 milioni di dosi usate finora nel mondo. Eventuali reazioni sono risposte allergiche agli eccipienti, ma non c’è pericolo di infezione. Rassicurata?

Prevenire e curare – Vaccini anti Papillomavirus: come scegliere?

Esistono tre tipi di vaccini: bivalente, contro HPV 16 e 18; quadrivalente, contro HPV 6, 11, 16 e 18; e ora il nonavalente, che protegge contro l’HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58, evitando il 97% delle lesioni causate dal virus.
Come scegliere? Elementare, Watson! Sceglierei la massima protezione! E se ho già fatto il bivalente o il quadrivalente? La massima protezione è fare il nonavalente.

Cancro del collo dell'utero Fertilità e infertilità Menopausa iatrogena Papillomavirus Tumori e linfomi Vaccino anti HPV

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