«E’ bastato un ballo: bella donna, sì, a guardarla mi piaceva. Ma è stato il suo profumo di donna a stregarmi in un secondo. Quel profumo che ho sentito mentre ballavamo mi ha mandato in tilt il cervello. Un’attrazione fisica pazzesca: a 55 anni non pensavo di provare ancora un’attrazione così profonda, diretta, viscerale. Esiste solo lei, adesso, nonostante situazioni matrimoniali complicate. Mi creda: mi sento un privilegiato. Per la freschezza delle emozioni, per l’intensità, per la sorpresa, perfino per la rivoluzione in corso in una vita che era solida, serena, prevedibile. Lei, professoressa, è molto attenta alle cause fisiche, biologiche dell’amore e del desiderio, senza tante chiacchiere. E’ raro trovare sui giornali questo tipo di sguardo. Per questo le chiedo: che cosa fa scattare in un secondo il colpo di fulmine, proprio col profumo? Perché è così potente, pervasivo, dominante e persistente? Grazie! E continui a parlare delle ragioni del corpo… che la ragione non conosce!».
L.R.
L.R.
Grazie a lei per questo quesito intrigante, che interesserà molto lettrici e lettori. Il colpo di fulmine “olfattivo” cavalca il più potente, arcaico e veloce dei fattori dell’attrazione fisica: il profumo che l’altro o l’altra irradiano, soprattutto in età fertile.
Ognuno di noi ha un odore unico ed esclusivo, come l’impronta digitale. Di fatto, a parità di igiene personale, ognuno è avvolto da una nuvola di sostanze chimiche, i feromoni. I loro precursori sono prodotti soprattutto dalle ghiandole sebacee e sudoripare a livello genitale, e sono attivati dal nostro microbioma, i miliardi di microrganismi che vivono su cute e mucose. I feromoni sono originali ed esclusivi per ognuno di noi, perché codificati dal sistema maggiore di istocompatibilità (major histocompatibility complex, MHC), che costituisce una parte cardinale del nostro sistema immunitario. E’ stato scoperto da George Snell negli anni Quaranta del secolo scorso, grazie a studi sulla compatibilità dei trapianti d’organo fra donatore e ricevente. Oggi sappiamo che il MHC ha un ruolo biologico primario anche nell’attrazione sessuale. E’ governato da un sistema di 30 geni, localizzati sul cromosoma 6 di uomini e donne. Da loro dipende la produzione di sostanze, i feromoni, percepite attraverso l’olfatto, che è connesso alla parte più arcaica del cervello, il rinencefalo. I feromoni mediano tutti i comportamenti fondamentali per la sopravvivenza dell’individuo e della specie, all’interno della stessa specie. Ci sono quindi i feromoni che mediano la paura e la fuga, l’aggressività e l’attacco, il panico e l’angoscia d’abbandono; e i feromoni che mediano l’attrazione sessuale e quelli che mediano l’attaccamento affettivo, per esempio tra mamma e bambino. La capacità discriminante olfattiva dei mammiferi, e quindi anche di noi umani, supera i 10.000 odori! In base al tempo d’azione si distinguono i feromoni di segnalazione veloce, che mediano l’attrazione sessuale, l’eccitazione, l’allarme, la paura, l’aggressività; e i feromoni ad azione ritardata. Questi agiscono nella vita perinatale e possono condizionare il comportamento del soggetto nella vita adulta, proprio attraverso la memoria olfattiva, essenziale per esempio nel riconoscimento fra il piccolo e la madre, anche nella nostra specie.
L’olfatto dirige quindi l’attrazione fisica, in sinergia con gli altri sensi. Ognuno di noi ha poi uno o due sensi più recettivi degli altri e più potenti nell’attivare l’attrazione e il desiderio, preparando in un secondo tutto il corpo, subito pronto per far l’amore e perdersi nella vertigine dei sensi. E’ questa la potenza della biochimica e degli ormoni che governano la nostra vita istintuale, vivace come un cavallo giovane e ardente. Nella vita reale bisogna poi saper usare il corpo, l’assetto fisico e mentale, e le briglie, per godersi a fondo la cavalcata, senza farsi disarcionare da istinti travolgenti.
Ognuno di noi ha un odore unico ed esclusivo, come l’impronta digitale. Di fatto, a parità di igiene personale, ognuno è avvolto da una nuvola di sostanze chimiche, i feromoni. I loro precursori sono prodotti soprattutto dalle ghiandole sebacee e sudoripare a livello genitale, e sono attivati dal nostro microbioma, i miliardi di microrganismi che vivono su cute e mucose. I feromoni sono originali ed esclusivi per ognuno di noi, perché codificati dal sistema maggiore di istocompatibilità (major histocompatibility complex, MHC), che costituisce una parte cardinale del nostro sistema immunitario. E’ stato scoperto da George Snell negli anni Quaranta del secolo scorso, grazie a studi sulla compatibilità dei trapianti d’organo fra donatore e ricevente. Oggi sappiamo che il MHC ha un ruolo biologico primario anche nell’attrazione sessuale. E’ governato da un sistema di 30 geni, localizzati sul cromosoma 6 di uomini e donne. Da loro dipende la produzione di sostanze, i feromoni, percepite attraverso l’olfatto, che è connesso alla parte più arcaica del cervello, il rinencefalo. I feromoni mediano tutti i comportamenti fondamentali per la sopravvivenza dell’individuo e della specie, all’interno della stessa specie. Ci sono quindi i feromoni che mediano la paura e la fuga, l’aggressività e l’attacco, il panico e l’angoscia d’abbandono; e i feromoni che mediano l’attrazione sessuale e quelli che mediano l’attaccamento affettivo, per esempio tra mamma e bambino. La capacità discriminante olfattiva dei mammiferi, e quindi anche di noi umani, supera i 10.000 odori! In base al tempo d’azione si distinguono i feromoni di segnalazione veloce, che mediano l’attrazione sessuale, l’eccitazione, l’allarme, la paura, l’aggressività; e i feromoni ad azione ritardata. Questi agiscono nella vita perinatale e possono condizionare il comportamento del soggetto nella vita adulta, proprio attraverso la memoria olfattiva, essenziale per esempio nel riconoscimento fra il piccolo e la madre, anche nella nostra specie.
L’olfatto dirige quindi l’attrazione fisica, in sinergia con gli altri sensi. Ognuno di noi ha poi uno o due sensi più recettivi degli altri e più potenti nell’attivare l’attrazione e il desiderio, preparando in un secondo tutto il corpo, subito pronto per far l’amore e perdersi nella vertigine dei sensi. E’ questa la potenza della biochimica e degli ormoni che governano la nostra vita istintuale, vivace come un cavallo giovane e ardente. Nella vita reale bisogna poi saper usare il corpo, l’assetto fisico e mentale, e le briglie, per godersi a fondo la cavalcata, senza farsi disarcionare da istinti travolgenti.
Pillole di salute
«Lei parla spesso dei danni che il diabete ha sulla sessualità dell’uomo. E nella donna?».
Gilda T.
Ha ragione. Il diabete ha effetti negativi sulla sessualità di entrambi, uomini e donne, con meccanismi simili, vascolari e neurologici, tanto più severi quanto maggiori sono la durata del diabete e la sua gravità, lo scarso controllo sui livelli di glicemia, la copresenza di sovrappeso e obesità, che ne peggiorano gli effetti su salute e sessualità, e gli stili di vita complessivi. Rispetto alle coetanee sane, le donne con diabete lamentano più frequente perdita di desiderio, minore lubrificazione con secchezza, più frequenti vaginiti da candida, dolore ai rapporti e, con gli anni, difficoltà di orgasmo. Meglio curare bene il diabete fin dall’inizio.
«Le minestre riscaldate, in amore, finiscono sempre male?».
R.K.
Non sempre. Dipende dalla qualità della minestra. E dall’inventiva del cuoco nel riciclare gli avanzi. A sorpresa.
Gilda T.
Ha ragione. Il diabete ha effetti negativi sulla sessualità di entrambi, uomini e donne, con meccanismi simili, vascolari e neurologici, tanto più severi quanto maggiori sono la durata del diabete e la sua gravità, lo scarso controllo sui livelli di glicemia, la copresenza di sovrappeso e obesità, che ne peggiorano gli effetti su salute e sessualità, e gli stili di vita complessivi. Rispetto alle coetanee sane, le donne con diabete lamentano più frequente perdita di desiderio, minore lubrificazione con secchezza, più frequenti vaginiti da candida, dolore ai rapporti e, con gli anni, difficoltà di orgasmo. Meglio curare bene il diabete fin dall’inizio.
«Le minestre riscaldate, in amore, finiscono sempre male?».
R.K.
Non sempre. Dipende dalla qualità della minestra. E dall’inventiva del cuoco nel riciclare gli avanzi. A sorpresa.