Marianna S. (Roma)
Per liberarsi dall’inferno bisogna cogliere gli indizi che l’aiuteranno a uscire dal tunnel del binomio perdente: cistite uguale antibiotici. E’ però necessario superare il minimalismo terapeutico che per decenni ha caratterizzato la cura delle cistiti. E’ ben noto che l’Escherichia coli uropatogeno (UPEC) è la causa batterica principale delle cistiti, nell’85-90% dei casi. Questo germe vive normalmente nell’intestino, ma diventa patogeno quando attacca la vescica e la vagina. Il problema vero, che spiega il fallimento terapeutico, è che per decenni si è attaccato solo il batterio, con “TIR di antibiotici”, come dice lei, senza considerare i molti fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento delle cistiti dopo rapporto. Ecco perché poi il problema aumenta di frequenza e di gravità. Qui analizzerò specificamente il binomio cistite e dolore ai rapporti, su cui lei specificamente chiede aiuto. Nella singola donna bisogna però poi valutare la possibile presenza di molti altri fattori, predisponenti o precipitanti, a cominciare dall’intestino. Stitichezza e sindrome dell’intestino irritabile stanno infatti emergendo come importanti fattori predisponenti da considerare in ogni donna con cistiti ricorrenti.
Le ragioni del corpo
Primo indizio prezioso
Il fattore predisponente più trascurato e potente è “biomeccanico”, come lo definisco io. Per comprenderlo, e modificarlo, è utile leggere con attenzione l’anatomia della donna. Il muscolo che chiude in basso il bacino e sostiene tutti gli organi contenuti nel piccolo bacino si chiama “elevatore dell’ano”. Circonda la vagina, l’uretra, ossia il canalino da cui esce l’urina, e, appunto, l’ano: quando compaiono le cistiti è di regola è troppo contratto. Le cause di questo ipertono, di questa eccessiva contrazione muscolare, possono essere diverse: per paura dei primi rapporti, per scarso desiderio, per minima eccitazione e lubrificazione, perché non si era pronte e ci si è sentite un po’ “forzate”. Oppure perché si è sofferto di stitichezza ostruttiva fin da piccole e nessun medico ha valutato la componente muscolare del problema. A volte più cause di eccessiva contrazione possono essere presenti nella stessa donna. Come le anticipavo, la causa biomeccanica può pesare da sola più del 50% nel causare e mantenere il problema. Il muscolo contratto restringe l’entrata vaginale e facilita la compressione dell’uretra contro la sinfisi pubica. Predispone così a irritazioni e microtraumi dell’uretra e della base della vescica, che possono allora attivare la moltiplicazione dell’Escherichia coli nascosta dentro le cellule che rivestono la vescica (biofilm patogeni endocellulari).
In sintesi: l’Escherichia coli (UPEC), già dopo una o due cistiti, si nasconde dentro le cellule della parete vescicale; il muscolo contratto è il fattore biomeccanico predisponente; il rapporto, soprattutto se c’è anche secchezza vaginale da paura o dolore, è il fattore precipitante, che scatena la cistite acuta.
Quando lo spiego a fidanzati o mariti, se alla signora fa piacere, si illuminano: «Finalmente una spiegazione logica, chiara, facile da capire. E che si vede anche! Niente fuffe psicologiche, che lei non mi vuole più!».
Basta che il medico osservi con occhio clinico i genitali esterni: si vede quanto il muscolo è contratto e retratto, e la diagnosi è chiara. La visita ginecologica ben fatta la completa. La terapia di questa componente è semplice: imparare a rilassare la muscolatura con esercizi di respirazione con il diaframma, che spiego alla signora, e con fisioterapia (biofeedback di rilassamento). Se indicato, ecco un piccolo aiuto farmacologico temporaneo, super efficace, su prescrizione medica: il diazepam, messo in vagina alla sera, tre-quattro ore prima del rapporto, in crema o compressa, aiuta a rilassare la muscolatura.
Secondo indizio
Il “TIR” di antibiotici che hanno devastato l’intestino e il suo prezioso microbiota, in parallelo a quello vaginale, causando disbiosi intestinale. Per ritornare al microbiota originario dopo un eccesso di antibiotici, possono essere necessari due anni. Per ottimizzare il recupero della salute intestinale, da cui spesso partono le legioni di Escherichia coli che poi attaccano la vescica, è indispensabile ripensare l’alimentazione (via dolci e lieviti) e integrarla con prebiotici e probiotici ad hoc (Box 1). Attenti anche alla candida furiosa, selezionata dagli antibiotici, che attacca vagina e vestibolo vaginale, contribuendo al dolore ai rapporti (Box 2).
Terzo indizio
Il senso di peso sopra al pube, dove c’è la vescica. Questo indica un’infiammazione della parete vescicale, dovuta ai germi UPEC che si sono annidati dentro le cellule uroteliali che rivestono la parte interna della vescica: i malefici biofilm patogeni endocellulari. Nascosti dentro le cellule, veri e propri “terroristi in casa”, questi germi non sono raggiungibili dagli antibiotici né dalle difese immunitarie. Per tenerli calmi bisogna puntare su altre strategie, dove la fitoterapia ben fatta ci può aiutare. Destro mannosio e mirtillo rosso sono tra i fitoterapici più efficaci.
La strategia di cura
Box 1. Prebiotici e probiotici: i microrganismi amici
- Simbiotici: insieme di prebiotici, come l’inulina, contenuta anche nei carciofi, sostanze nutritive utilizzate dai nostri microrganismi amici, e da probiotici di vario tipo, tra cui il Bifidobacterium, utili a ripopolare il microbiota intestinale devastato dagli antibiotici. Sono utili anche a ridurre la stitichezza e la sindrome dell’intestino irritabile, che possono contribuire a causare e mantenere le cistiti da Escherichia coli.
- Escherichia coli di Nissle: appartiene alla grande famiglia degli Escherichia coli ma è nostro amico, perché li combatte. E’ stato scoperto più di cent’anni fa. Da allora è stato ben utilizzato e studiato a fondo. Fra le proprietà più utili vanno segnalate: 1) l’attività antimicrobica diretta, contro l’Escherichia coli uropatogeno (UPEC); 2) la capacità di riparare la mucosa intestinale lesa dalle infiammazioni frequenti in caso di sindrome dell’intestino irritabile e di stipsi, lesioni che facilitano il passaggio dell’Escherichia coli dall’intestino alla vescica; 3) l’azione antinfiammatoria e analgesica, anche sulla mucosa intestinale.
Box 2. Cistiti e dolore ai rapporti: attenti al binomio fatale
- La Candida può infatti causare una reazione allergica alterata, più frequente in donne vulnerabili alle allergie alimentari, respiratorie o cutanee, responsabile dell’infiammazione che colpisce il vestibolo vaginale. Causa allora vestibolite vulvare/vestibolodinia provocata ed è la prima causa di dolore ai rapporti.
- Anche questa infiammazione del vestibolo può far contrarre ulteriormente il muscolo elevatore dell’ano, per difesa istintiva dal dolore, restringendo così ulteriormente l’entrata vaginale e peggiorando ancora di più la causa biomeccanica di entrambi i disturbi.
- Ecco perché è indispensabile diagnosticare e curare in parallelo sia le cistiti ricorrenti dopo i rapporti, sia il dolore alla penetrazione che così spesso le accompagna.
- Rilassare il muscolo elevatore ipercontratto è parte essenziale del piano terapeutico sul fronte biomeccanico, con ottimi risultati.
- In parallelo, è indispensabile affrontare le altre cause in gioco con le giuste cure farmacologiche.
Antibiotici Antibiotico-resistenza Biofilm patogeni Candida recidivante Cistite post coitale Destro mannosio Dolore ai rapporti / Dispareunia Escherichia coli di Nissle 1917 Escherichia coli uropatogeno Infiammazione Microbiota intestinale Mirtillo rosso Pavimento pelvico Probiotici, prebiotici e simbiotici Saccharomyces boulardii Vestibolite vulvare / Vestibolodinia provocata Vulvo-vaginite