Maria Elena S. (Udine)
Box 1. I due tempi dell'artrosi
- il primo tempo è di tipo infiammatorio, caratterizzato da un microincendio biologico (infiammare deriva dal latino “inflammare”, che significa mettere a fuoco, incendiare) che colpisce in primis le cartilagini articolari e i tessuti vicini. Avviene a livello microscopico. In genere non è ancora visibile con gli attuali mezzi di indagine, ma dà segno di sì con tutti i sintomi dell’infiammazione, in questo caso articolare. Ecco allora il rossore (rubor), il gonfiore articolare (tumor), il calore (calor), il dolore (dolor) e la limitazione funzionale (functio laesa), già ben descritti dagli antichi medici. Di fatto, il primo tempo del film sull’artrosi è un’osteoartrite degenerativa (“osteoarthritis”, come ben dicono di Anglosassoni);
- il secondo tempo della patologia è di tipo degenerativo: questa è la fase evidente e finale dell’artrosi. E’ caratterizzato da una progressiva alterazione e usura della cartilagine che riveste le articolazioni. Cartilagine che in condizioni normali contribuisce alla loro perfetta congruenza. Quando la cartilagine è cronicamente infiammata, i movimenti diventano sempre più dolorosi e limitati, fino a diventare impossibili.
Nel primo tempo del film “artrosi” abbiamo quindi ampio margine di rallentamento dell’infiammazione articolare e delle sue conseguenze deformanti. Nel secondo, lo spazio terapeutico si riduce con l’aumentare della deformazione articolare. La protesi è l’ultima ratio, ma non è una panacea.
Perché l'artrosi è donna?
La ragione? Semplice: le cellule della cartilagine articolare della donna sono ricchissime di recettori per gli estrogeni. Si tratta di vere e proprie “serrature” cellulari su cui gli ormoni si inseriscono come “chiavi” per attivare le azioni biologiche di loro competenza o bloccarle.
Ecco il punto: in circa il 25% delle donne esiste un’alterazione del recettore estrogenico su base familiare (il cosiddetto “polimorfismo” del recettore estrogenico) che innesca un’infiammazione marcata quando gli estrogeni cominciano a fluttuare molto, già prima della menopausa, e ancor più subito dopo la menopausa, nei primi due anni. Ecco perché la TOS è il miglior pompiere per spegnere o comunque ridurre molto l’incendio articolare che esplode a cavallo della menopausa.
Qual è il segreto perché la TOS funzioni? Va iniziata presto, subito dopo la menopausa. La migliore è con estrogeni transdermici (gel cutaneo o cerotti), e progesterone, se la donna ha l’utero. L’obiettivo è garantire livelli di estrogeni costanti nel sangue. Più sono costanti, più l’effetto è antinfiammatorio. Molte donne con questa variante genetica, e con dolori articolari precoci e aggressivi, dopo 4-6 mesi di TOS dicono testualmente: «Quando mi alzavo dalla sedia mi sentivo arrugginita. Bloccata. Una vecchia. Ora sento proprio le articolazioni più sciolte, più libere, meno gonfie. Dolore dimezzato! Mai avrei pensato di tornare a sentirmi così bene. E in più, dormo meglio e non ho più vampate. Perché non le rimborsa la mutua, queste cure così utili?», come mi ha detto ieri una insegnante, che pensava di andare in pensione e ora è tornata ad insegnare di gran gusto, con molta soddisfazione anche dei suoi allievi perché la trovano «ringiovanita e di nuovo appassionata quando insegna». Vi par poco?
Quali altri fattori predispongono all'artrosi?
- genere femminile: le donne, anche senza familiarità, sono molto più vulnerabili dopo la menopausa, come detto, perché comunque la perdita degli ormoni sessuali ha un ruolo che predispone tutti i tessuti all’infiammazione. La menopausa viene infatti definita dagli esperti come un’infiammazione cronica di basso grado (“low grade chronic inflammation”);
- fattori genetici, oltre alla variante del recettore per gli estrogeni. Più di duecento geni alterati concorrono alla progressiva infiammazione e usura della cartilagine articolare;
- obesità: è un potente fattore modificabile, in ambo i sessi. Le articolazioni si infiammano e si deformano di più e più in fretta se sulle spalle abbiamo uno zaino di 20, 30 o 40 chili di grasso, come dico sempre. Quindi niente scuse: dieta e rimettersi in peso forma, senza incertezze, senza pigrizia e senza alibi;
- alimenti pro-infiammatori per le articolazioni. Gli esperti suggeriscono di evitare le solanacee (pomodoro, patate e melanzane) e altri alimenti che infiammano le articolazioni;
- inattività fisica: «Se cammino mi fanno male le ginocchia!», mi dicono molte pazienti. Però l’immobilità aumenta il peso, peggiora la sindrome metabolica associata e l’infiammazione progressiva di tutti i tessuti, oltre al carico. E allora? (Box 2).
Non solo ormoni: l'importanza dell'attività fisica quotidiana
- togliere la ruggine dalle articolazioni;
- ridurre dolore e limitazioni;
- guadagnare autonomia fisica, agilità e libertà di muoversi nel mondo con gusto.
Questo è un requisito essenziale per superare il pandemico sentimento di solitudine dell’era Covid, aggravato da mesi di segregazione più o meno rigida.
Le strategie utili
- stili di vita sani, con movimento fisico quotidiano (senza scuse!) (Box 2) e dieta appropriata;
- farmaci: vitamina D, per uomini e donne. E’ preziosissima anche per le articolazioni, oltre che per le ossa, e per l’immunità; TOS, se la donna è in menopausa; antinfiammatori, da usare come sintomatici per ridurre il dolore nelle forme acute o riacutizzate; glucosamina, acido ialuronico e altri integratori amici delle articolazioni;
- cellule staminali intra-articolari, in casi selezionati;
- protesi, quando l’usura della cartilagine e la deformazione articolare causano dolore cronico, mentre riducono il movimento, l’autonomia e la qualità di vita.
Attenzione: fra tutte, la terapia più efficace, e la meno utilizzata, anche secondo le migliori linee guida internazionali (National Institute for Health and Clinical Excellence, NICE, UK), resta l’attività fisica. E allora tutti fuori e tutti attivi, per sciogliere la ruggine riassaporando la primavera, vestita di fiori, e l’estate luminosa, accesa di sole.
Box 2. Consigli pratici anti-artrosi
- Fare acquagym o nuoto: si rinforzano i muscoli, migliora la simmetria della postura, si muovono le articolazioni senza carico, si migliora il metabolismo e si riduce il peso. L’acqua e la ginnastica in gruppo fanno bene anche all’umore, al pensiero e al cuore.
- Usare la cyclette con schienale (“recline”), che aiuta a muovere tutte le articolazioni delle gambe senza sovraccaricarle.
- Migliorare la postura: con opportuni esercizi e fisioterapia.
- Ridurre il peso, con dieta ipocalorica, e leggerissima la sera, per dormire meglio e avere più energia al mattino al risveglio.
- Evitare l’alcol e i cibi dolci, oltre alle solanacee.
Acido ialuronico Alimentazione e dieta Artrosi / Osteoartrite Dolore osteo-articolare Estrogeni Genetica e fattori genetici Glucosamina solfato Infiammazione Menopausa e premenopausa Obesità Peso corporeo Postura Sport e movimento fisico Stili di vita Terapia ormonale sostitutiva Vitamina D