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Vulviti da Staphylococcus aureus: un’infezione insidiosa che sottolinea l’importanza di una appropriata igiene intima

07/11/2021

Vulviti da Staphylococcus aureus: un’infezione insidiosa che sottolinea l’importanza di una appropriata igiene intima
La Rivista Italiana di Ostetricia e Ginecologia, 2021, 1, 99-106
Perché la follicolite vulvare presenta oggi aspetti di maggiore interesse per il clinico? Quali fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento dovrebbe considerare il ginecologo, in particolare di fronte a flogosi batteriche recidivanti della cute vulvare? Quando è appropriato pensare allo Staphylococcus aureus come agente eziologico principe? Perché proprio l’infezione vulvare da S. aureus rappresenta una minaccia emergente per la salute della donna?
Per ragioni anatomiche e funzionali la vulva, più di altri organi cutanei, è una porta di entrata misconosciuta e insidiosa. La vulva è infatti soggetta a diverse patologie dermatologiche di origine batterica, quali ascessi, follicoliti e impetigine, da cui poi i patogeni si possono diffondere in altre sedi. Il denominatore comune di questi diversi epifenomeni infettivi è la violazione della barriera cutanea, quando l’epidermide viene danneggiata e il batterio trova una via d’ingresso nel derma sottostante.
Il responsabile delle infezioni vulvari più comuni, tra le quali la follicolite è la forma più comune ed emergente, è lo S. aureus, un batterio commensale, che talvolta diventa gravemente patogeno.

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