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Musicoterapia e cura della demenza: quale efficacia? Un recente studio danese

06/04/2014

Musicoterapia e cura della demenza: quale efficacia? Un recente studio danese
"Science News" - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Ridder HM, Stige B, Qvale LG, Gold C.
Individual music therapy for agitation in dementia: an exploratory randomized controlled trial
Aging Ment Health. 2013; 17 (6): 667-78. doi: 10.1080/13607863.2013.790926. Epub 2013 Apr 27.

Studiare l’effetto della musicoterapia individuale sull’agitazione e sulla qualità di vita delle persone affette da demenza moderata o severa, e ricoverate in casa di cura: è questo l’obiettivo della ricerca di H.M. Ridder e collaboratori, del Doctoral Programme in Music Therapy presso la Aalborg University, in Danimarca.
L’agitazione tipica della demenza comporta – nei pazienti – un forte distress e un massiccio ricorso agli psicofarmaci, e – nel personale di assistenza – un notevole carico di lavoro e di fatica. La musicoterapia era già stata studiata in passato, con risultati positivi, ma gli studi si erano rivelati insufficienti dal punto di vista metodologico.
Gli autori hanno preso in considerazione 42 pazienti selezionati a caso, sottoponendoli a 6 settimane di musicoterapia individuale e ad altre 6 settimane di terapia standard; i risultati sono stati misurati in termini di livello di agitazione, qualità della vita e ricorso alle cure mediche.
Ecco che cosa emerge dalla sperimentazione:
- l’intensità dell’agitazione è significativamente aumentata durante la terapia standard e diminuita con la musicoterapia, con una differenza pari a -6.77 (95% CI: -12.71, -0.83, p = 0.027);
- la prescrizione di farmaci psicotropi è aumentata significativamente più spesso durante la terapia standard (p = 0.02).
Lo studio, concludono gli Autori, dimostra come 6 settimane di musicoterapia riduca l’agitazione e il ricorso agli psicofarmaci nelle persone affette da demenza: risultati che bisognerà ora verificare ed eventualmente confermare con nuovi studi su campioni più ampi, giungendo a formulare specifiche linee guida cliniche.
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