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L'attività fisica protegge dal declino cognitivo: dati recenti dagli Stati Uniti

29/05/2016

L’attività fisica protegge dal declino cognitivo: dati recenti dagli Stati Uniti
"Science News" - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Willey JZ, Gardener H, Caunca MR, Moon YP, Dong C, Cheung YK, Sacco RL, Elkind MS, Wright CB.
Leisure-time physical activity associates with cognitive decline: The Northern Manhattan Study
Neurology. 2016 May 17; 86 (20): 1897-903. doi: 10.1212/WNL.0000000000002582. Epub 2016 Mar 23

Valutare l’azione protettiva del movimento fisico nei confronti del declino cognitivo: è questo l’obiettivo dello studio condotto da J. Z. Willey e collaboratori, dei dipartimenti di Neurologia, Biostatistica ed Epidemiologia della Columbia University di New York, Stati Uniti.
La ricerca è stata condotta nell’ambito del Northern Manhattan Study. Questi i principali dettagli operativi:
- l’intensità dell’attività fisica è stata misurata all’inizio della ricerca attraverso un questionario validato, e classificata in due livelli: da assente a leggera (90% dei casi), e da moderata a intensa (10% dei casi);
- le prestazioni cognitive sono state valutate all’inizio dell’indagine (1228 persone) e 5 anni più tardi (876 persone) tramite un esame neuropsicologico standard, distinguendo i seguenti parametri: velocità di elaborazione delle informazioni, memoria semantica, memoria episodica, funzionalità esecutiva;
- i dati grezzi sono stati corretti in funzione delle variabili sociodemografiche, dei fattori di rischio cardiovascolare e di una serie di informazioni desunte dalla risonanza magnetica (iperintensità della materia bianca, infarti cerebrali silenti, volume cerebrale).
Ecco, in sintesi, i risultati:
- al momento della prima rilevazione, bassi livelli di attività fisica correlano con una peggiore funzionalità esecutiva, una più incerta memoria semantica e una minore velocità di elaborazione delle informazioni;
- tale correlazione diviene meno significativa quando si correggano i dati in funzione dei fattori di rischio cardiovascolare;
- le persone con limiti cognitivi evidenti già all’inizio della sperimentazione e che fanno una limitata attività fisica manifestano un declino più accelerato nel tempo della velocità di elaborazione delle informazioni (β=-0.231 ± 0.112, p=0.040) e della memoria episodica (β=-0.223 ± 0.117, p=0.057), una volta corretti i dati in funzione delle variabili sociodemografiche e dei fattori di rischio cardiovascolare;
- un basso livello di attività fisica è dunque indipendentemente associato a un più grave declino delle prestazioni cognitive nel tempo.
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