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Covid-19: il lockdown accelera la pubertà? Uno studio italiano

11/04/2021

Covid-19: il lockdown accelera la pubertà? Uno studio italiano
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Commento a:
Stagi S, De Masi S, Bencini E, Losi S, Paci S, Parpagnoli M, Ricci F, Ciofi D, Azzari C.
Increased incidence of precocious and accelerated puberty in females during and after the Italian lockdown for the coronavirus 2019 (COVID-19) pandemic
Ital J Pediatr. 2020 Nov 4;46(1):165. doi: 10.1186/s13052-020-00931-3

Valutare se il lungo lockdown reso necessario dalla pandemia di Covid-19 predisponga le bambine a pubertà precoce centrale: è questo l’obiettivo dello studio di Stefano Stagi e collaboratori, dell’Ospedale Pediatrico Anna Meyer di Firenze.
La pubertà precoce centrale è caratterizzata da un’attivazione anticipata dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio. I fattori ereditari del disturbo sono noti; è meno chiaro, invece, il ruolo degli agenti ambientali, su cui sono state formulate diverse ipotesi alternative. Il dato certo è che l’età media della pubertà è in progressiva diminuzione.
Lo studio, condotto su 49 bambine, raffronta i dati relativi ai nuovi casi di pubertà precoce centrale (PPC), e di ulteriore accelerazione nei casi già diagnosticati prima del lockdown, con la serie storica relativa ai cinque anni precedenti.
Le piccole pazienti sono state divise in due gruppi, ognuno dei quali posto a raffronto con un raggruppamento di controllo:
- gruppo 1: nuove diagnosi di PPC in corso di lockdown;
- gruppo 2: PPC già diagnosticata, e in accelerazione durante il lockdown.
L’analisi e il raffronto sono stati condotti su dati auxologici, clinici, endocrinologici e radiologici. I genitori, inoltre, hanno risposto a un questionario sull’uso di dispositivi elettronici prima e durante il lockdown.
Questi, in sintesi, i risultati:
- 37 bambine rientrano nel gruppo 1, e 12 nel gruppo 2;
- il numero di nuovi casi registrati durante il lockdown è significativamente più elevato rispetto ai cinque anni precedenti (p < 0.0005);
- non ci sono differenze significative fra il gruppo 1 e i rispettivi controlli riguardo al tempo intercorrente fra telarca e diagnosi di PPC, benché i casi del gruppo 1 mostrino un’età più precoce al telarca stesso, un più avanzato stadio di Tanner alla diagnosi (p < 0.005), maggiori livelli basali di LH ed E2, un più elevato picco di LH dopo il test all’LHRH, una maggiore lunghezza uterina (p < 0.005) e un maggiore volume ovarico (p < 0.0005);
- nelle pazienti del gruppo 2, si osserva una significativa accelerazione del livello basale di LH (p < 0.05) ed E2 (p < 0.0005), del picco di LH dopo il test all’LHRH (p < 0.05), dello stadio di Tanner (p < 0.0005), della lunghezza dell’utero (p < 0.005) e del volume delle ovaie (p < 0.0005);
- durante il lockdown, in entrambi i gruppi, sono cresciuti significativamente sia l’indice di massa corporea sia l’utilizzo di dispositivi elettronici (p < 0.0005).
In conclusione:
- durante il lockdown si registra un significativo aumento di nuovi casi di PPC e una altrettanto significativa accelerazione dei casi precedentemente diagnosticati;
- tre i probabili fattori scatenanti: alimentazione ipercalorica e sedentarietà, con conseguente aumento di peso; uso prolungato di computer, tablet e smartphone;
- sono necessari ulteriori studi per confermare i dati di tendenza sinora raccolti e confermare il ruolo dei diversi fattori predisponenti.
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