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Compromissione fetale intraparto: l'ecocardiografica con speckle tracking individua i nascituri a rischio

26/06/2025

Compromissione fetale intraparto: l’ecocardiografica con speckle tracking individua i nascituri a rischio
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Commento a:
Dall’Asta A, Melito C, Valentini B, Capurso M, Baffa MT, Patey O, Thilaganathan B, Ghi T.
Foetal cardiac function in early labour and intrapartum outcomes: a prospective observational study
BJOG. 2025 May 21. doi: 10.1111/1471-0528.18224. Epub ahead of print. PMID: 40400105

Valutare la resistenza miocardica in feti normo-ossigenati durante il travaglio precoce in gravidanze singole a termine non complicate: è questo l’obiettivo dello studio prospettico monocentrico condotto da un’équipe di ricercatori coordinata dal professor Tullio Ghi, ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica di Roma e direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Lo studio si proponeva di capire, con un’ecocardiografia fetale effettuata all’inizio del travaglio, se il cuore del nascituro è in grado di tollerare le contrazioni, o se rischia di andare in sofferenza, rendendo necessario un parto operativo o cesareo preventivo.
Le tracce ecografiche del cuore fetale raccolte durante il travaglio sono state inviate a un software per l’analisi ecocardiografica con speckle tracking, una tecnica che utilizza i marcatori acustici (speckle) presenti nel miocardio. Sono stati valutati lo strain miocardico ventricolare (sinistro e destro) e lo strain longitudinale endocardico. Lo strain è un parametro che valuta la deformazione del muscolo cardiaco durante il ciclo di funzionamento: si tratta di una tecnica avanzata che permette di quantificare la funzione ventricolare globale e regionale, con risultati diagnostici più accurati rispetto alla valutazione della frazione d’eiezione.
Sono stati analizzati 208 casi. Una sospetta compromissione fetale intraparto (con conseguente ricorso a parto operativo o cesareo) è stata rilevata in 20 casi (9,6%), in correlazione con un aumento dello strain miocardico (-15,9 ± 4,0 vs. -12,5 ± 4,3%, p < 0,01) e dello strain longitudinale endocardico del ventricolo destro (-17,7 ± 4,4 vs. -14,3 ± 4,7%, p < 0,01).
In sintesi:
  • la maggioranza di gravidanze studiate si è conclusa con un parto naturale spontaneo, ma in 20 casi si è reso necessario un parto operativo o cesareo per sospetta sofferenza fetale;
  • in questo secondo gruppo lo studio del cuore fetale aveva rilevato parametri morfologici diversi rispetto al gruppo senza complicazioni;
  • un’aumentata deformazione miocardica del ventricolo destro correla con il ricorso a parto operativo per sospetta compromissione fetale intraparto, suggerendo una risposta cardiaca precoce all’ipossia correlata al travaglio;
  • lo studio conferma come, in base ai parametri selezionati, sia possibile capire se il nascituro ha un cuore sufficientemente forte da poter tollerare le contrazioni del parto, o se invece ha un maggior rischio di andare in sofferenza e ha quindi bisogno di un parto operativo o cesareo per prevenire possibili complicazioni.

Parole chiave:
Patologie cardiovascolari Prevenzione Rischi fetali Travaglio di parto

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