Anche sul fronte del tennis gli esempi luminosi sono in crescita. Jannik Sinner, oltre a essere esemplare per talento, determinazione e impegno, sa perdere o subire un errore, come dal raccattapalle distratto che lo ha danneggiato al Roland Garros, senza recriminare, senza aggredire, senza umiliare. Un esempio di rara educazione interiore, di sensibilità e di stile. Il suo obiettivo? «Essere una persona (sic) e un giocatore migliore»: la qualità dell’uomo prima ancora dell’eccellenza tennistica. Complimenti anche ai genitori!
Jasmine Paolini, “Pollicina” coraggiosa contro la potente e ingiocabile polacca Iga Swiatek (che vince il suo quarto Roland Garros in 5 anni, in un curriculum di 22 titoli WTA), sorride simpatica e felice, anche dopo la sconfitta, congratulata da Martina Navratilova e Chris Evert: «Qui nessuno ti regala niente: se non progredisco a ogni livello, di gioco, di fisico e di testa, rimanere nelle top 10 non sarà facile». E intanto festeggia con sorrisi luminosissimi “i giorni più belli della mia vita”. Sulla scia di Jannik e Jasmine, il tennis italiano vola con giovani talenti sulla rampa di lancio mondiale.
Perché mi soffermo, con grande gusto, sui nostri sportivi che seguo con passione? Oltre a darmi gioia, e impennate di orgoglio italiano, mi stimolano a riflettere sulla clamorosa polarizzazione in corso nel nostro Paese, e non solo. Da un lato, giovani che sanno impegnarsi e soffrire, rinunciare a piccole soddisfazioni per perseguire obiettivi immensi, che imparano dalle sconfitte analizzandole e mettendosi in discussione, che superano con coraggio infortuni diversi e tornano in campo. Dall’altro, il numero crescente di bambini, adolescenti e giovani adulti che sono incapaci di affrontare perfino semplici prove durante l’anno scolastico. Di fatto iperprotetti, sono privati del più elementare allenamento a saper camminare con le proprie gambe usando coraggio e testa, con cervelli disabitati in molte aree critiche, appesi ai social e inetti a vivere nella vita reale.
Che cosa possiamo apprendere da queste due realtà? Anzitutto, il positivissimo effetto emulazione: con giovani campioni che scintillano su copertine, televisione e web, ecco il netto aumento dei giovani che praticano il tennis, per esempio, con ambizioni agonistiche. Secondo, l’effetto integrazione per i giovani immigrati, o figli di immigrati: lo sport come magnifico strumento per coltivare talenti ed esprimerli al meglio, come per Lorenzo Simonelli (la mamma è tanzaniana) o Chituru Ali, di madre nigeriana e padre ghanese, affidato e ben cresciuto dalla famiglia Mottin, di Como. Terzo, l’effetto “educazione a saper vivere”, su cui meriterebbe soffermarsi a lungo.
Quali sono i fattori tossici che oggi riducono la capacità di vivere giovinezze appassionanti, fino ad amputarle? L’iperprotettività di molti genitori è un veleno sottile e pervadente. La mancanza di regole e di disciplina nella vita familiare è un altro tossico pericoloso, perché trasforma i figli in viziatissimi tiranni, egoisti ed egocentrici. La possibilità di avere tutto e subito, senza doversi conquistare niente, con la complicità di denaro e regali che derivano dall’essere l’unico figlio e nipote per troppi adulti (nonni e zii, oltre ai genitori), amputa ulteriormente lo stimolo a essere se stessi, a fare, a ottenere qualche cosa con le proprie forze, il proprio impegno, il proprio sacrificio.
La scarsissima attenzione a educare al senso di responsabilità personale nella gestione della propria vita è un altro fattore di distruzione di talenti e opportunità, tanto più quanto lo stile familiare e sociale è “dare sempre la colpa agli altri”. Non ultimo, l’eccesso di vita virtuale, a scapito della vita reale, lascia i cervelli disabitati e le vite private di un centro di gravità permanente, solidamente fisico, emotivo e affettivo. Invece di continuare a togliere prove ed esami, e ad abbassare lo standard scolastico, mettiamo più gioco e sport nella vita reale, fin da piccoli, cominciando proprio dalla scuola. Stimoliamo i figli all’autonomia responsabile. Limitiamo i social. E diamo il buon esempio, con sani stili di vita e una limpida assunzione di responsabilità personale, in ogni ambito della nostra vita.
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