Come sta cambiando la sessualità umana dopo la grande rivoluzione studentesca del 1968? Con quali opportunità e quali rischi, quali luci e quali ombre? Quella rivoluzione, esplosa nel mondo occidentale, ha iniziato a demolire comportamenti sessuali consolidati in millenni di regole sociali stringenti, soprattutto per le donne. Per la prima volta, in oltre duecentomila anni di storia evolutiva, la ricerca e il gusto del piacere erotico eterosessuale si sono potuti svincolare dalla procreazione.
Una rivoluzione per le donne, agevolata e accelerata dalla pillola contraccettiva, messa a punto da Gregory Pincus e John Rock e immessa sul mercato nel 1960, negli Stati Uniti, e nel 1961, in Europa. Per la prima volta nella storia, dopo millenni di patriarcato e di sudditanza procreativa, le donne hanno potuto scegliere autonomamente se, quando e con chi diventare madri, proprio grazie alla contraccezione ormonale. Opportunità maggiore quanto più la donna ha raggiunto una crescente autonomia culturale, economica e professionale.
Nel 1998, un’altra rivoluzione: viene commercializzato il Viagra che, insieme ai cugini (Cialis, Spedra e Levitra), ha dato l’opportunità a milioni di uomini di riconquistare la potenza sessuale perduta per ragioni mediche (vascolari, ormonali, metaboliche, neurologiche) o psicologiche. Un’ulteriore rivoluzione è poi stata accesa dall’irruzione del mondo digitale. Iniziata nel lontano 1969, grazie al primo collegamento fra computer su ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network), è proseguita con la rivoluzione informatica del 1974, che ha aperto la strada all’avvento del personal computer.
L’intrecciarsi di una rivoluzione culturale con impensabili opportunità di terapie efficaci ha subito un’accelerazione esponenziale negli ultimi vent’anni per l’irruzione del digitale in ogni aspetto della vita personale, dell’intimità e della sessualità. E per la progressiva laicizzazione delle società occidentali.
Quali sono i cambiamenti più significativi? Una precocità sessuale accelerata. Un aumento del numero di partner sessuali nel corso della vita, soprattutto fra le donne, dopo millenni di monogamia (quasi sempre) iper-controllata, dove ogni trasgressione era stigmatizzata e severamente punita. Una maggiore diversificazione delle pratiche sessuali (con incremento di rapporti orali e anali fra eterosessuali). Una crescente accettazione sociale di comportamenti sessuali non tradizionali, come la sessualità pre-matrimoniale e le relazioni omosessuali. In parallelo, sono aumentate la sperimentazione e l’apertura verso la bisessualità, soprattutto tra le donne, e una maggiore fluidità nell’identità e nell’espressione sessuale. In positivo, cresce anche l’attenzione alla salute sessuale.
Curiosamente, però, le indagini epidemiologiche condotte in Gran Bretagna e negli Stati Uniti mostrano che nell’ultimo decennio la frequenza dei rapporti sessuali non è aumentata, come ci si aspetterebbe, ma è diminuita. Tra i fattori di declino più clamorosi, la più rapida e crescente usura del desiderio all’interno della coppia stabile, per stress esistenziale e per noia sessuale, che uccidono ogni residuo desiderio verso il partner abituale. La sessualità felice è oggi ritenuta necessaria perché la coppia possa durare. Se la sessualità va in crisi, la coppia salta. Le coppie si formano e si frammentano dopo unioni di durata sempre minore, con un costo emotivo di variabile gravità per i figli, in termini di insicurezza, paura dell’abbandono, solitudine, infelicità. Costo minore, quando i genitori, ancorché separati, mantengono saldo l’affetto e la presenza genitoriale, ancor più se aiutati dalle famiglie d’origine. Costo molto elevato quando la rottura della coppia è definitiva e il figlio viene usato come proiettile contro il partner.
Sul fronte sessuale individuale, la noia fa da detonatore alla ricerca di eccitazione, ancorché fugace, nell’avventura, nella varietà di pratiche sessuali, nella pornografia, oggi di uso quotidiano per un numero crescente di uomini. Sul fronte affettivo, l’orizzonte è complesso. La reificazione del corpo, visto come puro oggetto sessuale, soprattutto sui social, e la precoce assuefazione alla “cocaina digitale”, riducono la componente romantica, emotiva e affettiva della relazione erotica, mentre aumentano la visione consumistica del sesso. Sul lato oscuro, molte conseguenze mediche, prima fra tutte la crescita pandemica delle malattie a trasmissione sessuale, tra cui gonorrea, sifilide, clamidia e HIV.
Una rivoluzione dai molti volti, tra cui spiccano precocità, sperimentazione, promiscuità, fluidità, ma anche crisi della capacità di amare e solitudine. Anni fa si diceva “innamorarsi e far l’amore”. Oggi “fare sesso”. Quale stella del nord può aiutarci a essere più liberi sì, ma capaci di amare, innamorati e felici?
Una rivoluzione per le donne, agevolata e accelerata dalla pillola contraccettiva, messa a punto da Gregory Pincus e John Rock e immessa sul mercato nel 1960, negli Stati Uniti, e nel 1961, in Europa. Per la prima volta nella storia, dopo millenni di patriarcato e di sudditanza procreativa, le donne hanno potuto scegliere autonomamente se, quando e con chi diventare madri, proprio grazie alla contraccezione ormonale. Opportunità maggiore quanto più la donna ha raggiunto una crescente autonomia culturale, economica e professionale.
Nel 1998, un’altra rivoluzione: viene commercializzato il Viagra che, insieme ai cugini (Cialis, Spedra e Levitra), ha dato l’opportunità a milioni di uomini di riconquistare la potenza sessuale perduta per ragioni mediche (vascolari, ormonali, metaboliche, neurologiche) o psicologiche. Un’ulteriore rivoluzione è poi stata accesa dall’irruzione del mondo digitale. Iniziata nel lontano 1969, grazie al primo collegamento fra computer su ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network), è proseguita con la rivoluzione informatica del 1974, che ha aperto la strada all’avvento del personal computer.
L’intrecciarsi di una rivoluzione culturale con impensabili opportunità di terapie efficaci ha subito un’accelerazione esponenziale negli ultimi vent’anni per l’irruzione del digitale in ogni aspetto della vita personale, dell’intimità e della sessualità. E per la progressiva laicizzazione delle società occidentali.
Quali sono i cambiamenti più significativi? Una precocità sessuale accelerata. Un aumento del numero di partner sessuali nel corso della vita, soprattutto fra le donne, dopo millenni di monogamia (quasi sempre) iper-controllata, dove ogni trasgressione era stigmatizzata e severamente punita. Una maggiore diversificazione delle pratiche sessuali (con incremento di rapporti orali e anali fra eterosessuali). Una crescente accettazione sociale di comportamenti sessuali non tradizionali, come la sessualità pre-matrimoniale e le relazioni omosessuali. In parallelo, sono aumentate la sperimentazione e l’apertura verso la bisessualità, soprattutto tra le donne, e una maggiore fluidità nell’identità e nell’espressione sessuale. In positivo, cresce anche l’attenzione alla salute sessuale.
Curiosamente, però, le indagini epidemiologiche condotte in Gran Bretagna e negli Stati Uniti mostrano che nell’ultimo decennio la frequenza dei rapporti sessuali non è aumentata, come ci si aspetterebbe, ma è diminuita. Tra i fattori di declino più clamorosi, la più rapida e crescente usura del desiderio all’interno della coppia stabile, per stress esistenziale e per noia sessuale, che uccidono ogni residuo desiderio verso il partner abituale. La sessualità felice è oggi ritenuta necessaria perché la coppia possa durare. Se la sessualità va in crisi, la coppia salta. Le coppie si formano e si frammentano dopo unioni di durata sempre minore, con un costo emotivo di variabile gravità per i figli, in termini di insicurezza, paura dell’abbandono, solitudine, infelicità. Costo minore, quando i genitori, ancorché separati, mantengono saldo l’affetto e la presenza genitoriale, ancor più se aiutati dalle famiglie d’origine. Costo molto elevato quando la rottura della coppia è definitiva e il figlio viene usato come proiettile contro il partner.
Sul fronte sessuale individuale, la noia fa da detonatore alla ricerca di eccitazione, ancorché fugace, nell’avventura, nella varietà di pratiche sessuali, nella pornografia, oggi di uso quotidiano per un numero crescente di uomini. Sul fronte affettivo, l’orizzonte è complesso. La reificazione del corpo, visto come puro oggetto sessuale, soprattutto sui social, e la precoce assuefazione alla “cocaina digitale”, riducono la componente romantica, emotiva e affettiva della relazione erotica, mentre aumentano la visione consumistica del sesso. Sul lato oscuro, molte conseguenze mediche, prima fra tutte la crescita pandemica delle malattie a trasmissione sessuale, tra cui gonorrea, sifilide, clamidia e HIV.
Una rivoluzione dai molti volti, tra cui spiccano precocità, sperimentazione, promiscuità, fluidità, ma anche crisi della capacità di amare e solitudine. Anni fa si diceva “innamorarsi e far l’amore”. Oggi “fare sesso”. Quale stella del nord può aiutarci a essere più liberi sì, ma capaci di amare, innamorati e felici?
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