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Rapporto Censis 2025: la variegata sessualità degli italiani

Rapporto Censis 2025: la variegata sessualità degli italiani
15/12/2025

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Il 59° rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese stimola molteplici riflessioni. La prima notizia, sorprendente nel titolo, meno nella sostanza, è che «il 62% degli italiani ha una vita sessuale intensa». Che cosa intendono gli estensori per “intensa”? «Contrassegnata da un ritmo almeno settimanale». Quanti adulti definirebbero “intensa” qualsiasi attività che sia vissuta o svolta una volta la settimana? Via! Intenso è il ritmo quotidiano, con impennate di più volte al giorno: nella realtà analitica dei dati, solo il 5,3% degli italiani conosce questo slancio ardente del corpo. E probabilmente solo nella fase di stato nascente del desiderio, innamoramento o appassionata attrazione fisica che sia. Gli attivi hanno rapporti 2-3 volte la settimana (29,9%), i regolari una volta alla settimana (27,3%). I saltuari (ben il 21,9%) hanno un rapporto 3-4 volte l’anno (aiuto!), gli occasionali (7,1%), una volta ogni 5-6 mesi, gli astinenti, che non hanno proprio rapporti, sono l’8,5%.
Rileggiamo queste percentuali con occhio pragmatico. L’alta frequenza, quotidiana, e la frequenza media, bi-trisettimanale, insieme arrivano al 35,2%. Non è la maggioranza. Il gruppo con frequenza settimanale, 27,3%, arriva appena alla sufficienza erotica: «E’ la timbratura settimanale del cartellino prima di dormire, per non litigare», dicono molte donne. A buon intenditor, poche parole. Sommando i saltuari, gli occasionali (2 volte l’anno) e gli astinenti di fatto, che hanno per varie ragioni alzato bandiera bianca, si arriva al 37,5%.
«E’ la qualità che conta, non la frequenza», dirà qualcuno. Vero, ma raramente. «Più si fa, più si farebbe, meno si fa, meno si farebbe», recita un antico detto veneto, che di nuovo coniuga la frequenza all’esperienza e alla competenza, come in tutti gli aspetti della vita. Anche nell’erotismo l’alta frequenza, non ossessiva ma variata, sensuale, curiosa e sperimentale, arricchisce l’esperienza, la qualità del repertorio e del linguaggio erotico. Purtroppo gli amanti ardenti, eroticamente competenti e raffinati, sono una sconfortante minoranza: lo dico da confessore laico, oltre che da ginecologa di fiducia. Nella coppia stabile, il rapporto settimanale, o meno, riconosce una spinta erotica fisica (il prosaico “bisogno di scaricarsi”) nell’uomo, mentre nella donna è spesso riferita un’eccitazione “responsiva”, ossia che non è accesa da un desiderio personale, ma risponde a una stimolazione maschile variamente gradita.
Sulla frequenza c’è poi un’informazione oggi più critica di ieri. Paradigmatica la risposta di una signora quarantenne, spigliata e vivace, sposata con due figli, che alla domanda «Quale è la frequenza dei suoi rapporti sessuali?» rispose sorniona: «Con chi?». Questo è un altro punto critico che nella sintesi diffusa alle agenzie di stampa non ho visto (ma approfondirò nella documentazione estesa).
Due sono gli elementi qualitativi che emergono dall’osservatorio clinico e da ricerche internazionali, già analizzati in questo spazio editoriale alcune settimane fa. Noia nelle relazioni stabili e rapida usura del desiderio sono due cifre crescenti nell’erotismo, in Italia e in altri Paesi ad alto reddito. Sono aumentati i rapporti occasionali, a pagamento o meno, e la promiscuità, anche da parte delle donne. Il sesso virtuale e la pornografia sono in crescita esponenziale. La ricerca di novità, la fluidità, l’uso di droghe eccitanti sono vissuti come antidoto alla noia e alla pesante narcosi del desiderio. La monogamia sociale (intesa come coppie sposate o conviventi) corrisponde sempre meno alla monogamia sessuale. Il “con chi” diventa quindi una variabile critica per avere un quadro più reale sulla situazione di salute erotica del Paese, dove la promiscuità è in crescita gaudiosa. Per esempio molte signore sposate, con rapporti saltuari o rari con il partner ufficiale, hanno da anni un rapporto la settimana con un amante stabile con cui il quale l’intesa è magnifica.
Sul tema contraccezione, il 42,7% delle donne chiede al partner di usare il profilattico. Quante lo usano come autoprotezione contro le infezioni sessualmente trasmesse, in crescita inquietante? Troppe donne (e uomini) non si proteggono. Fra i giovani con meno di 35 anni, aumentano in Italia due comportamenti a rischio, anche per l’uso che può esserne fatto, dal ricatto agli abusi, perché internet ricorda tutto: il sexting (scambio di messaggi espliciti e foto personali) usato da ben il 30,2% degli intervistati; e i video erotici, in cui il 14,3% filma sé stesso o il/la partner durante il rapporto. Il 44,5% esibisce dunque a terzi il corpo e il sesso, con un erotismo narcisistico, esibizionistico e strumentale, dove i like sono il metro di misura di un piacere erotico che sta smarrendo il gusto dell’intimità erotica esclusiva, appassionata e segreta. Addio mondo romantico? Siamo più liberi. A volte più felici. Forse più soli.

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