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Papillomavirus: il vaccino protegge anche dopo i 50 anni

Papillomavirus: il vaccino protegge anche dopo i 50 anni
22/05/2024

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Ho 52 anni e dal pap-test è emerso che ho contratto il papillomavirus: alla mia età? Ho fatto colposcopia e biopsia: l’esame istologico ha confermato la lesione da virus (CIN 2-CIN 3), per cui ho fatto anche la conizzazione. La ginecologa mi ha consigliato di fare il vaccino contro l’HPV, ma non sono convinta. Il vaccino funziona dopo i 50 anni? E può trasmettere il virus?».
Ornella T. (Gorizia)
I papillomavirus (HPV), come tutti i virus, possono colpirci a qualsiasi età, gentile signora. Non guardano la carta d’identità. Il rischio di contrarli è elevato se si è avuto un rapporto non protetto dal profilattico con una persona che abbia già contratto il virus. Può essere un uomo che abbia a sua volta lesioni clinicamente evidenti o sia un portatore sano: il rischio di contrarre il virus esiste sempre se non ci si protegge!
Giustamente la ginecologa le ha consigliato il vaccino nonavalente. Viene raccomandato e offerto gratuitamente agli adolescenti di 12 anni dal Servizio Sanitario Nazionale per massimizzare la protezione prima che, idealmente, l’adolescente abbia avuto rapporti. Il vaccino contro l’HPV funziona tuttavia indipendentemente dall’età, come tutti i vaccini. La ricerca con dimostrazione di efficacia è stata fatta fino ai 45 anni, considerando le età giovani più a rischio, ma il meccanismo d’azione del vaccino è identico a tutte le età, e per questo è efficace e sicuro. Efficace, perché il vaccino introduce nel corpo una specifica particella, la proteina L1, che fa parte del rivestimento del virus, ossia della sua “carrozzeria”. E’ come un numero di targa, univoco per ciascun ceppo di virus (ne conosciamo più di 130): serve a stimolare il sistema immunitario, il nostro esercito di difesa, a produrre anticorpi, ossia proiettili intelligenti pronti a riconoscere un eventuale virus invasore con quel numero di targa, intercettarlo e distruggerlo. Poiché alcuni numeri di targa sono simili, il vaccino protegge contro i nove ceppi più pericolosi, e alcuni altri.
Attenzione: poiché non viene usato il DNA del virus, il vaccino non trasmette il virus.
Oltre a impedire l’invasione dei ceppi mai contratti prima, il vaccino sembra ridurre di circa il 40% le lesioni pretumorali causate dagli HPV già contratti in passato. Quindi si vaccini! Continui però a usare il profilattico, in tutte le forme di rapporto, perché non esiste solo l’HPV. Le malattie sessualmente trasmesse sono una trentina e prevenire, pensandoci prima, è meglio di dover curare, anche a lungo, dopo.

Pillole di salute

«Ho contratto l’HPV. Come faccio a sapere se è “lui” il colpevole?».
Alessia

Della colpa non c’è certezza, solo probabilità. La visita medica, dermatologica e/o urologica, può evidenziare una condilomatosi evidente in circa il 10-15% dei partner. La penoscopia (equivalente maschile della colposcopia), con acido acetico al 5% e ingrandimento con colposcopio, può evidenziare microcondilomatosi virali in circa il 30-40% dei partner. Il virapap sul glande (ossia la ricerca del DNA del virus ) può evidenziare il virus in circa il 52-58% dei partner di donne con lesioni da HPV. Gli altri uomini possono essere innocenti o portatori sani, se il DNA dell’HPV ha infettato il DNA degli spermatozoi, ma non è evidenziabile perché non si trova in fase di moltiplicazione attiva al momento dell’esame.

Malattie sessualmente trasmesse Papillomavirus Profilattico Vaccino anti HPV

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