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Onore a Papa Francesco: padre, maestro e poeta

Onore a Papa Francesco: padre, maestro e poeta
05/05/2025

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Perché il funerale di Papa Francesco ha emozionato e colpito così tanto? Per la sua figura umana e spirituale, certamente. Per aver condiviso con il suo popolo una crescente fragilità, nell’invecchiamento e nella malattia, diventando così simbolo vivente del “portare la croce” delle malattie, e delle limitazioni fisiche che comportano, sempre con spirito positivo. Per essere stato la voce degli ultimi. Per aver trovato il coraggio misterioso, dopo tanti giorni di degenza e malattia, di uscire sulla papa-mobile per un’ultima volta a salutare il suo popolo, con un commiato di sorprendente tempestività, fisicamente presente e vivo nel suo ruolo di pontefice, fino all’ultimo giorno.
Ci sono tuttavia altre ragioni. Il suo funerale è stato anche un atto potentemente simbolico, oltre che reale, in cui la liturgia del rito funebre ha mostrato in pieno la sua profonda capacità di risonanza emotiva e di aggregazione, più intensa nelle persone di fede più genuina. Lo si è ben visto dai primi piani sui volti della folla raccolta in preghiera in piazza San Pietro, per l’ultimo saluto. Ogni funerale ha (anche) un ruolo fortemente simbolico. Quello di Papa Francesco ne è stato un esempio paradigmatico e unico. Ha emozionato perché ha risposto in modo amplificato all’umanissimo bisogno di simboli unificanti, pacificanti e capaci di dare consolazione e speranza, di fronte al massimo scacco: la morte.

L’uomo è un animale simbolico, per la capacità squisitamente umana di creare e attribuire significati, come ha ben detto il filosofo tedesco Ernst Cassirer. Ed è un animale liturgico, per il bisogno e la tendenza a celebrare, ritualizzare e attribuire un significato trascendente alle azioni e alle esperienze quotidiane.

La liturgia, in senso ampio, va oltre l’ambito religioso. Rappresenta l’atto di creare rituali che collegano l'individuo con una comunità, con il tempo, con una dimensione spirituale o trascendente. La liturgia esprime la capacità unica dell’essere umano di trasformare gesti e momenti ordinari in qualcosa di simbolico e di sacro, alla ricerca di una connessione profonda fra l’umano e il divino.
La Chiesa cattolica ha una potenza simbolica e liturgica straordinaria, che ne spiega, in parte, l’eccezionale durata, nonostante traversie millenarie d’ogni tipo. A cominciare dai Novendiali, i nove giorni di lutto che venivano osservati nell’impero romano alla morte degli imperatori, e dalle liturgie di commiato e celebrazione che li accompagnano. La potenza liturgica del funerale del Papa, in mondovisione, ne è stata l’epifania.
L’essere umano può costruire sistemi simbolici complessi, come il linguaggio, l’arte, la cultura e, appunto, la religione, che riflettono la nostra esperienza del mondo, e la trasformano in qualcosa di più grande e di universale. Attraverso i simboli possiamo condividere valori, ma anche muovere energie profonde, polarizzarle, canalizzarle, trasformarle. Lo striscione “Gracias Francisco, Padre, Maestro y Poeta”, firmato da “Escolars”, bambini in età scolare, inquadrato dalle telecamere della CNN, mi ha molto colpita, soprattutto per quel “poeta”, che va oltre la percezione abituale del Pontefice. Quel “poeta” evoca la sua capacità di comunicare con profondità, immaginazione e sensibilità, in modo simbolico ed evocativo, in grado di parlare al cuore con semplicità, rendendo il messaggio accessibile e universale.

Nella sua “Lettera ai Poeti”, Papa Francesco ha invitato gli artisti a coltivare l’immaginazione e a testimoniare la bellezza della fede attraverso la parola. Ha considerato la poesia non solo come un’espressione artistica, ma come un mezzo per sognare un mondo migliore e affrontare le inquietudini dell’animo umano; un antidoto contro la mentalità del calcolo e dell’uniformità, capace di aprire nuovi orizzonti di significato.

L’enfasi del Papa sull’amore, la misericordia e la solidarietà ha incarnato anche un approccio poetico, oltre che religioso, alla vita, in cui ogni gesto e parola diventano un simbolo di speranza e compassione, in controtendenza rispetto all’aridità del mondo contemporaneo, cinico, superficiale, strumentale, dove contano ricchezza, divertimento e potere.
In questo contesto simbolico e liturgico è giusto ringraziare la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri per l’eccezionale impegno di intelligence e di lavoro concreto attraverso il quale hanno garantito, con discrezione ed efficacia, la massima sicurezza e serenità di svolgimento in tempi così pericolosi. Il funerale di Papa Francesco ha potuto così svolgersi come una musica dell’anima, simbolica e liturgica. Ha confortato e ispirato milioni di fedeli, con un senso profondo di appartenenza, di fiducia e di speranza, oltre la morte, creando un ponte tra il finito e l’infinito.

Papa Francesco

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