E.L.
Il problema è un altro, comune a molte donne vittime di abusi sessuali. Lo ha dimostrato un’eccellente collega olandese, Ellen Laan, che ha studiato i complessi risvolti sia psicoemotivi, sia fisici, della violenza sessuale. Molte donne abusate, che prima avevano rapporti normali, soffrono di dolore ai rapporti, anche dopo tre anni di psicoterapia. La causa è la persistente contrazione di difesa del potente muscolo (“elevatore dell’ano”) che chiude in basso il bacino e che circonda uretra, vagina e ano. Immagini questo muscolo come una porta, che può essere socchiusa, aperta, oppure serrata. Come il chiudere con tre mandate la porta di casa, dopo un furto. Quel trauma profondo, che si riattiva negli incubi con il terremoto di adrenalina, di paura, di angoscia di morte provato nella violenza, causa una contrazione difensiva, involontaria e persistente, di quel muscolo. Chiude così la porta di entrata vaginale. E’ questa la causa fisica, “biomeccanica”, del dolore ai rapporti dopo un abuso.
Suggerisco una visita accurata con ginecologo/a competente sul dolore sessuale, per una diagnosi differenziale su altre cause di dolore ai rapporti, e una fisioterapia per imparare a rilassare il muscolo contratto, ottimizzata dal diazepam vaginale, su prescrizione medica. Dopo tanto dolore, psicoterapia e fisioterapia insieme aiutano a ritrovare l’armonia nella capacità di fidarsi e di accogliere l’amore, con il corpo e con il cuore.
Pillole di salute
S.G.
La causa più frequente è fisica, quando il prepuzio, la cute che copre il glande, non si retrae e non lo scopre durante l’erezione perché è troppo stretto. In tal caso la circoncisione, ossia la rimozione del prepuzio in anestesia locale, è risolutiva. Un urologo la può aiutare.
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