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Cicogne tardive: opportunità della medicina e limiti della natura

20/03/2015

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Gentile professoressa, mia moglie e io abbiamo 48 anni e siamo senza figli. Alla nostra età, quante possibilità ci sono di avere ancora un figlio in modo naturale? E con l’ovodonazione? Ci aiuti a capire bene tutti i pro e i contro, perché abbiamo l’impressione che spesso, sui giornali, passino messaggi un po’ troppo ottimistici”.
Alessandro (Firenze)
Gentile signor Alessandro, purtroppo ha ragione: spesso i media presentano le maternità tardive come un’esperienza esclusivamente positiva, senza ombre, e la fecondazione assistita come una pratica che non pone problemi, a nessuna età. La realtà non è sempre così ed è giusto soffermarsi anche sui rischi che queste gestazioni comportano. Iniziamo con qualche dato statistico, utile per inquadrare il problema.

Quante donne riescono ad avere spontaneamente un figlio dopo i 50 anni?

Solo due su un milione: quindi si tratta di un evento poco probabile. Non solo: già dopo i 40 anni, aumenta il rischio di aborti spontanei (40%) e di malformazioni fetali (8%, il doppio rispetto a una gravidanza a vent’anni), che a loro volta possono portare alla drammatica scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza, con tutta la sofferenza che essa comporta. Come resta pesantissimo, per le donne e le coppie che scelgano di non abortire, l’avere un bambino affetto da seri problemi di salute.

Quali sono i motivi di questo elevato tasso di fallimento?

Innanzitutto l’età della donna: a 30 anni, l’ovaio ha già perduto circa l’88% degli ovociti; a 40 anni, il 97%. Le cellule superstiti sono in genere poco vitali, il che spiega ulteriormente le difficoltà di concepimento e i rischi fetali. Dopo i 50 anni, poi, le uniche concrete possibilità di successo sono legate all’ovodonazione, ossia all’utilizzo di un ovocita donato da una donna più giovane (20-25 anni), fecondato in vitro con gli spermatozoi del partner e successivamente impiantato in utero per la gestazione.

L'ovodonazione risolve allora ogni problema?

Non proprio, perché a questo punto ci si scontra con una seconda difficoltà: le condizioni di salute della donna. Se l’utero ha polipi, fibromi, iperplasie, o è danneggiato da precedenti infiammazioni, anche l’embrione più vitale può non trovare l’ambiente giusto in cui impiantarsi e crescere. Se la donna fuma, è sovrappeso, soffre di diabete o ipertensione, aumenta il rischio di malattie (come l’eclampsia), di malfunzionamento della placenta, di ridotto accrescimento fetale, di parto prematuro.

A quali condizioni si può procedere con una certa serenità?

Se la donna è sana, allora la sua età biologica (ovaio a parte) può essere di 10-15 anni inferiore all’età anagrafica: in tal caso la gravidanza con ovodonazione a 50-55 anni presenta effettivamente gli stessi rischi di una spontanea a 40 anni, e si può procedere con relativa tranquillità. Tenete però presente che, anche in condizioni mediche ottimali, l’ovodonazione può determinare qualche problema a livello emotivo.

Di che tipo?

La donna può avere un contraccolpo emotivo quando l’adattamento fisico alla gravidanza è più faticoso del previsto; quando, passata l’euforia dei primi giorni, si rende conto del divario di età che la separa dal figlio; quando il partner è ancora più anziano di lei, e non potrà mai avere l’energia di un padre nel pieno delle forze. Sono problemi reali, che dimostrano fra l’altro come la fecondazione assistita vada gestita non solo sul piano tecnologico, ma anche su quello psicoemotivo, attraverso un counselling serio e competente che aiuti la coppia nella difficile transizione verso la genitorialità.

E' vero che la donna può patire al pensiero che il bambino non sia realmente "suo"?

Sì, è vero, ma questa sensazione può essere superata, perché anche in caso di ovodonazione la futura mamma non è mai la semplice “incubatrice” di un feto. L’espressione dei geni del bambino dipende infatti dall’ambiente biochimico ed emotivo in cui si trova a crescere, e che è specifico di quella gravidanza: basti pensare all’effetto dell’alimentazione della madre, se beva o fumi, se sia depressa, stressata o serena. Inoltre, durante la gravidanza biologica, cresce il “grembo psichico”, ossia la capacità di amore e di attaccamento emotivo che la mamma sviluppa nei confronti del piccolo. E poi seguiranno il parto e i mesi dell’allattamento, altri eventi essenziali per la qualità del legame affettivo. Quindi anche un bambino concepito con l’ovodonazione può essere percepito e amato come “proprio” a tutti gli effetti.

In positivo, quali buoni sentimenti può provare una donna che aspetti un bimbo in età avanzata?

La sua domanda è molto giusta: non ci sono solo problemi! Una gravidanza in tarda età, quando la donna è sana e tutto procede bene, regala un’ondata di giovinezza biologica ed emotiva; soddisfa profondamente l’istinto, programmato per la riproduzione, e l’inconscio, che si nutre di sogni ed è assetato di vita; inoltre, attraverso gli ormoni che la accompagnano, estrogeni e progesterone, la gestazione migliora le condizioni della pelle, ammorbidisce i tratti, rende florido il seno. E’ importante però favorire il buon decorso della gestazione anche con giusti stili di vita e con qualche aiuto a livello di integratori.

Può fare qualche esempio?

Abbiamo già accennato al fatto che alcol e fumo sono altamente dannosi, e vanno quindi evitati con cura. Il movimento fisico quotidiano e una corretta alimentazione, ben distribuita nelle ore della giornata, aiutano ad aumentare di peso in modo equilibrato e ottimale per la crescita del bambino. L’acido folico e le altre vitamine del gruppo B riducono il rischio di difetti del tubo neurale; altre vitamine (C e D) e oligoelementi (ferro e magnesio in primis) proteggono dalle malformazioni del rene e del cuore, e della labiopalatoschisi. Un polivitaminico, quindi, è un perfetto alleato della gestazione, a maggior ragione in età non più verdissima.

In sintesi

Con l’età si riduce drasticamente la probabilità di una gravidanza spontanea, e di una gravidanza serena sia per la mamma che per il bambino. L’ovodonazione non risolve magicamente il problema, perché – divario di età a parte – richiede che la donna sia sana e con un utero integro. Ma se queste condizioni si verificano, e se in parallelo si hanno corretti stili di vita, la gestazione può essere vissuta con gioia. Quindi, gentile signor Alessandro, se questo figlio lo volete davvero, non attendete oltre: parlatene con il ginecologo e iniziate a verificare il vostro stato di salute e le possibilità residue di una gravidanza naturale. Se questa non fosse più possibile, valutate seriamente l’ipotesi dell’ovodonazione.

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