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Bambini dotati: valorizziamoli

02/03/2015

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Il politicamente corretto è (spesso) ideologicamente distorto. E sempre più spesso genera guai di incalcolabile portata. Tra i più trascurati ci sono le conseguenze del livellamento in basso dello standard intellettuale e culturale nelle classi scolastiche. La lodevole “attenzione a riconoscere l’handicap” ha portato a diagnosticare con maggiore precocità difficoltà di attenzione, di concentrazione, di memoria, di socializzazione, di integrazione, di rendimento: e questo è bene. Ha portato anche a inserire nelle classi normali bambini con deficit di ogni tipo.
Purtroppo, con rare e felici eccezioni, la diagnosi precoce non si accompagna poi a interventi didattici, di riabilitazione e stimolazione di abilità alternative che siano realmente qualificati ed efficaci. Si è invece creata un sorta di aspettativa magica: che l’inserimento del bambino con varie difficoltà di socializzazione e apprendimento in una classe di bambini più o meno normodotati sia di per sé taumaturgica, terapeutica e didatticamente efficace. Purtroppo spesso non lo è. In compenso, per far adattare l’andamento della classe a uno o più bambini in difficoltà si finisce per zavorrare, rallentare e annoiare a morte i bambini più dotati. Problema pesante per molti, che diventa drammatico per gli obiettivamente dotati (“gifted”), con quoziente intellettivo (QI) uguale o superiore a 130, e molto dotati (“highly gifted”), con QI uguale o superiore a 145. Con un preoccupante spreco di talenti, di opportunità, di futuro e di gioia di vivere. «A me basta che mio figlio sia felice», mi diceva la mamma di un bambino eccezionalmente intelligente. Siamo sicuri che un bambino brillante, con una strepitosa memoria verbale strategica, costretto a esprimersi al 20% delle sue potenzialità, sia un bambino felice?
Osservando, anche alle materne, l’entusiasmo, lo scintillio degli occhi, l’intensità del sorriso, l’energia che improvvisamente anima i bambini più svegli quando li si impegni in attività più stimolanti, fisicamente e intellettualmente, è spontaneo chiedersi: «Quanti di questi talenti non verranno bruciati nel deprimente livellamento in basso della scuola attuale? Quanti dei bambini che a scuola disturbano, non si impegnano, sono iperattivi, non sono in realtà dei bambini “esplosivi” perché compressi da attività ridicolmente noiose e ripetitive, a livello motorio, emotivo, intellettuale ed espressivo?». Che spreco. Che disastro.
Ricerche recentissime, pubblicate su “Neuroscience” e altre riviste scientifiche di alto profilo, dimostrano che quando adolescenti molto dotati, per esempio in matematica, si impegnano a risolvere un problema, si attivano miliardi di cellule cerebrali. Ma si attivano anche le aree della ricompensa e del piacere: «Perché vuoi proprio fare matematica pura?», ho chiesto a una geniale studentessa. «Perché quando risolvo un problema complesso sono molto felice!». Ecco. Tuttavia, spesso i bambini dotati hanno problemi di relazione con i coetanei dal punto di vista emotivo e comportamentale. Ma quante delle difficoltà emozionali, affettive e di relazione non dipendono in realtà dal confrontarsi con coetanei troppo differenti anche dal punto di vista delle capacità? Può un eccellente giocatore di qualsiasi sport divertirsi ad allenarsi tutti i giorni con un principiante? Potrebbe un musicista straordinario non sentirsi mortalmente depresso e solo, o furioso, se fosse costretto a stare cinque ore al giorno con persone che a malapena strimpellano?
Come aiutare i bambini dotati? Innanzitutto, riconoscendoli precocemente. Come si diagnostica l’handicap, perché non diagnosticare l’eccellenza? Secondo, creando classi o spazi/tempi di eccellenza. Perché bambini e adolescenti di livello alto su quegli specifici talenti (matematica, scrittura, pensiero astratto, musica, sport e così via) possano imparare divertendosi con coetanei altrettanto svegli, almeno per una parte consistente del loro tempo a scuola. Selezionare insegnanti dotati, sul fronte delle capacità sia specifiche, sia didattiche. Con la crisi attuale della scuola italiana, che in alcune aree è in vistoso degrado, la cura e la valorizzazione dei bambini e degli adolescenti dotati è ancora più urgente. Per non affondare i brillanti nelle sabbie mobili di un Paese così incapace di pensare al futuro, e così ossessionato dal “normalizzare” l’handicap, da asfissiare da piccoli i talenti migliori. La grande sfida è valorizzare i talenti di ogni bambino, con cuore e competenza, nel rispetto delle differenze. Ne parleremo presto.

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