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Rischio ostetrico: da cosa dipende, come ridurlo – Parte 2

Rischio ostetrico: da cosa dipende, come ridurlo – Parte 2

03/03/2016

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Sintesi dell'intervista e punti chiave

La scorsa settimana abbiamo visto quali sono gli eventi compresi nel concetto di “mortalità ostetrica” e abbiamo esaminato alcuni fattori di sicurezza che è bene non trascurare prima e durante la gravidanza. Oggi proseguiamo la nostra inchiesta approfondendo una delle tre principali cause di emorragia al momento del parto: l’adesione eccessiva della placenta alla parete dell’utero, una situazione che – in ordine crescente di gravità – viene definita placenta “accreta”, “increta” e “percreta”.
Nella seconda parte di questa intervista, la professoressa Graziottin illustra:
- l’enorme divario fra i tassi di mortalità per parto in Africa e in Italia;
- perché la placenta è un organo preziosissimo per la mamma e il bambino;
- come nel mondo occidentale siano in netto aumento le anomalie di inserzione della placenta, che includono: la placenta accreta, la placenta previa e il distacco intempestivo di placenta;
- che cos’è la placenta accreta e perché può provocare gravi emorragie;
- perché un’emergenza di questo tipo dovrebbe essere affrontata in un ospedale ben attrezzato e di grandi dimensioni;
- quali sono i requisiti perché un team ostetrico diventi un centro di eccellenza nella gestione dei parti;
- i dati di un recente studio britannico, che dimostrano come il parto non sia mai un evento completamente privo di rischi;
- che cos’è l’utero atonico e come lo si affronta;
- perché uno dei fattori che aumentano il rischio di placenta accreta è il taglio cesareo;
- la conseguente opportunità, quando la donna voglia altri figli, di ricorrere al parto cesareo solo nei casi strettamente necessari.

Per gentile concessione di Radio Gamma Cinque

Parole chiave:
Gravidanza Parto vaginale / Parto cesareo Placenta e anomalie della placenta Rischi ostetrici e fetali

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