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Piercing, i perché e i rischi di una moda dilagante

Piercing, i perché e i rischi di una moda dilagante

09/11/2008

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Moda, gioco, segno di appartenenza, forma di ribellione, attrazione per il dolore: sono tante, fra i giovani, le motivazioni del piercing. Un fenomeno in rapida crescita: se nel 2003, in Italia, aveva almeno un piercing il 20,3% dei giovani tra i 12 e i 18 anni (Indagine Eurispes su 3800 ragazzi), oggi la percentuale è salita al 28%, e non accenna a fermarsi. Al punto che, come accade per tutte le distinzioni che poi diventano una tendenza di massa, anche questa pratica rischia ora di trasformarsi in un’espressione di conformismo. Molti genitori, dal canto loro, sono disorientati da tanto entusiasmo e, a volte, seriamente contrariati o preoccupati: una reazione condivisibile, soprattutto quando si consideri che il 30-40% dei piercing viene applicato in condizioni igieniche non appropriate.
Perché il piercing piace così tanto alle nuove generazioni? Quando rappresenta una moda innocua, e quando invece è bene preoccuparsi? Quali rischi può comportare per la salute? Come si possono evitare complicanze ed effetti collaterali?
In questa intervista illustriamo:
- le ragioni estetiche ed emotive – e le dinamiche di appartenenza, iniziazione e differenziazione rispetto agli adulti – che possono spingere al piercing, soprattutto in sedi “proibite” e altamente simboliche come il capezzolo e i genitali;
- come a volte il piercing possa rappresentare un marchio di sopravvivenza dopo un grave abuso, un rimando a qualcosa che ha invisibilmente segnato l’anima e l’inconscio;
- come le credenze che il piercing genitale aumenti il piacere sessuale siano prive di fondamento;
- i rischi per la salute di un piercing praticato con materiale non rigorosamente sterilizzato: infezioni, infiammazioni, lesioni neurologiche, danni tissutali, e gravi malattie come l’AIDS, l’epatite B e C, il papillomavirus e il tetano;
- i pericoli specifici del piercing al capezzolo, soprattutto con riferimento alla possibile infezione e occlusione dei dotti galattofori;
- quando il piercing è un innocuo segno di trasgressione legato all’età, e quando può invece indicare un disturbo profondo nel rapporto con il proprio corpo, o la presenza di tensioni psichiche che il giovane non riesce ad affrontare sul terreno emotivo;
- l’importanza di rivolgersi a piercer professionali, che facciano uso di materiale sterile, evitando i centri improvvisati e il “fai da te” tra amici e adolescenti.

Parole chiave:
Adolescenti e giovani Piercing e tatuaggi

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