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Disturbi neurodegenerativi: verso un nuovo paradigma interpretativo

11/04/2024

Disturbi neurodegenerativi: verso un nuovo paradigma interpretativo
“Science News” - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Morella I, Negro M, Dossena M, Brambilla R, D'Antona G.
Gut-muscle-brain axis: molecular mechanisms in neurodegenerative disorders and potential therapeutic efficacy of probiotic supplementation coupled with exercise
Neuropharmacology. 2023 Dec 1;240:109718. doi: 10.1016/j.neuropharm.2023.109718. Epub 2023 Sep 27. PMID: 37774944

Fornire un quadro innovativo della patogenesi delle malattie neurodegenerative nella persona anziana: è questo l’obiettivo della review coordinata da Giuseppe D’Antona, del Centro di Ricerca Interdipartimentale nelle Attività Motorie e Sportive (CRIAMS) presso l’Università di Pavia.
I disturbi neurodegenerativi più comuni nella popolazione anziana sono il morbo di Alzheimer (AD) e il morbo di Parkinson (PD), causati da una progressiva perdita neuronale che porta a disturbi funzionali e cognitivi. Per queste malattie non esistono terapie eziologiche, ma solo trattamenti sintomatici volti a ritardarne il più possibile la progressione.
Lo studio parte da tre considerazioni di base:
-la disbiosi intestinale è coinvolta nella patogenesi dell’AD e del PD: interventi mirati all’asse intestino-cervello potrebbero quindi prevenire o ritardare le due patologie;
- prove recenti suggeriscono inoltre che i muscoli scheletrici e il microbiota intestinale possono influenzarsi a vicenda attraverso l’asse intestino-muscolo;
- le funzioni cognitive nei pazienti con AD e PD traggono benefici significativi dall’attività fisica regolare.
La review fornisce quindi:
- un quadro esaustivo del dialogo incrociato fra cervello, muscoli scheletrici e microbiota intestinale, introducendo il concetto di «asse intestino-muscolo-cervello»;
- un’accurata analisi degli studi che esplorano l’impatto dell’esercizio fisico e dei probiotici sulle funzioni cognitive nell’AD e nel PD.
Nel loro insieme, i risultati presentati supportano i potenziali benefici dell’attività fisica e dell’integrazione probiotica nelle due patologie, anche se per sviluppare strategie mirate e multimodali volte a prevenire o ritardare il decorso di queste malattie saranno necessari ulteriori studi.
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