Molti lettori, nell’apprezzare l’articolo sull’errore di dare i taxi gratis a chi esca dalla discoteca ubriaco o con tasso alcolico incompatibile con una guida sicura, mi hanno chiesto di chiarire le conseguenze del bere. Qualche sabato sera in un Pronto Soccorso, o filmati sulle tragiche conseguenze di morti e feriti, potrebbero forse far riflettere quella parte di giovani (e di genitori) ancora capaci di interrogarsi sulle conseguenze delle loro azioni. Per tutti è importante conoscere i danni da alcol sul cervello: perché almeno non si dica più «non sapevo» o, peggio «bere è normale». Ed è necessaria una posizione netta da parte delle istituzioni, con un approfondimento obbligatorio sugli effetti di alcol e droghe sul cervello e sulla salute, da inserire a scuola fra le materie scientifiche.
In sintesi: il primo effetto dell’alcol è sul cervello viscerale (Tufvesson-Alm et al, Front Psychiatry 2023; Quoilin et al, Neuropharmacology 2023). Il microbiota, ossia i triliardi di microrganismi che abitano il nostro intestino, sono il primo bersaglio dell’alcol, insieme al cervello viscerale, con due effetti rapidi: ansiolitico e di attivazione dei sistemi di ricompensa, primi fattori della dipendenza emotiva e poi fisica da alcol, più rapida nelle donne. Inoltre il binge drinking, il bere compulsivo di alte quantità di alcolici, causa neuroinfiammazione e stress ossidativo generalizzato con gravi conseguenze per l’intero sistema nervoso: provoca infatti alterazioni nella corteccia cognitiva, con disturbi del pensiero, dell’attenzione, della concentrazione e della memoria. Quanti fallimenti scolastici hanno come concausa il bere precoce? Come vanno a scuola i minorenni e le minorenni ricoverati in PS per effetti gravi da abuso di alcol? Incrociare i dati sarebbe semplice e darebbe solida evidenza a un trascurato fattore di abbandono scolastico precoce.
L’alcol inoltre altera il sonno, primo custode della salute mentale e fisica, e i neuroni del lobo limbico, aumentando la vulnerabilità ad ansia e depressione. E ha un effetto tossico sui neuroni dopaminergici, coinvolti in quattro sistemi cardinali: 1) la via appetitiva, che governa la motivazione ad agire, a fare, a conquistare, a migliorarsi, con crescente passività esistenziale; 2) il sistema motorio, e la sua coordinazione, che usa la dopamina come neurotrasmettitore principale: quanti incidenti, moderati o gravi, sono dovuti anche a questo effetto poco considerato dell’alcol sul coordinamento motorio? 3) il sistema corticale, che ottimizza il pensiero logico lineare, essenziale per ragionare bene; 4) l’ippocampo, area principe della memoria, dove la dopamina è sinergica con l’acetilcolina.
Con tutti questi danni, come si fa a sostenere che bere eccessivamente è normale? O che tutti l’abbiamo fatto? I dati nazionali e internazionali sono chiari. Il consumo di alcolici fra i giovani è aumentato per precocità e quantità soprattutto negli ultimi vent’anni, con un’impennata negli anni più recenti, così come il coinvolgimento delle donne, e delle giovani, nel bere compulsivo ad alte dosi. Normalizzarlo significa arrendersi alla fatalità di un disastro annunciato. Di quale prevenzione parliamo, se normalizziamo tutti i comportamenti pericolosi? Ancora più drammatici quando riguardano i giovani, per loro stessi e per il futuro del Paese.
In positivo, dati recenti, anche sperimentali, indicano che l’attività fisica aerobica riduce lo stress ossidativo indotto a livello cerebrale dal bere compulsivo, offrendo un aiuto non farmacologico prezioso, in linea con i molti altri benefici dello sport (Antioxidants 2023). Più movimento salvavita, il mattino, all’aria aperta: per recuperare bioritmi alleati di salute, motivazione fattiva, ricompense sane e tanta gioia di vivere nei nostri ragazzi, prima che sia troppo tardi.
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