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Papillomavirus: approfondimenti su contagio, gravidanza e vaccinazione

Papillomavirus: approfondimenti su contagio, gravidanza e vaccinazione

03/08/2008

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Roberta Lupi (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

La settimana scorsa siamo tornati a parlare del Papillomavirus. Ricordiamo che si tratta di una famiglia di circa 150 ceppi diversi, i più aggressivi e diffusi dei quali sono il 6 e 11, responsabili del 90% dei condilomi genitali (o verruche veneree), e il 16 e 18, che provocano il 70% dei carcinomi del collo dell’utero (e di ogni altro organo o tessuto eventualmente interessato dal rapporto: laringe, vulva, mucosa anale). Abbiamo visto come la donna sia molto più esposta dell’uomo all’aggressività del virus, a causa della maggiore vulnerabilità delle sue mucose. Abbiamo poi spiegato le caratteristiche del vaccino preventivo “quadrivalente” recentemente lanciato anche in Italia – principio di funzionamento, spettro di efficacia, modalità di somministrazione – precisando come la vaccinazione non esima dai normali controlli ginecologici e, in caso di promiscuità sessuale, dall’uso costante del profilattico.
In questa seconda intervista rispondiamo ad alcune delle numerose domande giunte alla redazione, illustrando in particolare:
- perché alcune persone possono essere portatrici del virus senza però manifestare alcun sintomo visibile;
- come questa eventualità confermi l’assoluta necessità di usare il profilattico in tutti i tipi di rapporto (anche orali o anali) praticati al di fuori della coppia stabile e fedele;
- perché esigere che il partner usi il profilattico non costituisce necessariamente una mancanza di stima o di fiducia;
- per quale motivo, durante la gravidanza, l’aggressività del virus può aumentare in modo considerevole, sino a rendere conclamata un’infezione silente magari da anni;
- in quali casi, al momento del parto, è da preferire il taglio cesareo;
- come il vaccino sia efficace anche per le donne adulte, purché non siano mai entrate in contatto con il virus;
- perché sarebbe opportuno vaccinare anche gli adolescenti maschi;
- il livello di affidabilità del vaccino, e i casi in cui potrebbe suscitare una risposta immunitaria ridotta;
- perché il vaccino non è assolutamente pericoloso;
- i possibili, modesti effetti collaterali legati agli eccipienti.

Parole chiave:
Malattie sessualmente trasmesse Papillomavirus Vaccino anti HPV

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