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Infezioni da Candida: che cosa le provoca, come difendersi

Infezioni da Candida: che cosa le provoca, come difendersi

10/08/2008

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Roberta Lupi (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Si chiama “ecosistema”, ed è l’insieme delle migliaia di microrganismi diversi che popolano il nostro corpo e ne ottimizzano il funzionamento. Il loro “regno” è l’intestino, ma sono presenti anche in bocca, sulla pelle, nell’apparato genitale, nelle orecchie e – in generale – in tutte le mucose. Se, per qualche ragione, l’equilibrio tra le diverse famiglie si altera, e una specie normalmente minoritaria prende il sopravvento, numerose funzioni fisiologiche possono risentirne. E’ quanto accade, per esempio, con la Candida, un fungo presente in tutti noi, e la cui sottospecie più nota e diffusa la Albicans. Normalmente è “dormiente”, ossia presente in minime quantità e in forma di “spora”. Ma quando passa alla forma “attiva”, in forma di “ifa” (bastoncelli allungati), può causare parecchi disturbi, come la candidosi intestinale, a sua volta “mandante occulto” di vaginiti, cistiti, dermatosi e stomatiti.
Perché, a un certo punto, la Candida si risveglia e si scatena? Qual è la soglia minima di proliferazione per rilevare l’infezione? Perché l’intestino viene considerato l’organo immunocompetente più importante, e ha un ruolo così decisivo per la nostra salute? Che cosa si può fare per prevenire gli attacchi della Candida?
In questa intervista illustriamo:
- i due principali fattori che facilitano la proliferazione del germe: la produzione di estrogeni che inizia con la pubertà; l’abuso di antibiotici, che alterano la flora batterica del colon consentendo la moltiplicazione incontrollata di lieviti e funghi usualmente minoritari;
- come, da uno studio condotto su oltre cento ambulatori ginecologici italiani, risulti che il 28% delle visite richieste dalle donne fino ai 25 anni di età sia dovuto proprio a vaginiti da Candida;
- l’importanza di identificare con precisione il sottotipo di Candida per ottimizzare la terapia antimicotica;
- il limite inferiore per la positività del tampone vaginale alla Candida: “1000 unità formanti colonia”;
- perché un’eventuale negatività del tampone non esclude necessariamente l’infezione;
- come la penetrazione in condizioni di secchezza vaginale o contrattura muscolare, possa provocare microabrasioni che favoriscono l’insorgere di vaginiti da Candida;
- i sintomi della vaginite: bruciore, rossore, gonfiore, e soprattutto secrezioni bianche simili a ricotta (segno “patognomonico”, ossia caratteristico di questo tipo di microrganismo);
- le conseguenze dell’alterazione dell’ecosistema intestinale sulla digestione (fermentazione dei cibi, malassorbimento delle sostanze nutritive, meteorismo, stipsi, diarrea) e sul sistema immunitario (iperattivazione dei mastociti e peggioramento delle eventuali situazioni infiammatorie in corso, come cefalee, cistiti, vestiboliti, endometriosi);
- i giusti stili di vita per difendersi dalla Candida: alimentazione appropriata (riducendo al massimo i cibi dolci o lievitati); movimento fisico quotidiano; evitamento dei pantaloni troppo aderenti (che favoriscono le microabrasioni e mantengono le secrezioni vaginali alterate a contatto con la mucosa del vestibolo, infiammandola);
- in caso di vaginite, l’importanza di rivolgersi al medico per rilassare i muscoli del pavimento pelvico, se tesi e contratti, e riequilibrare l’ecosistema vaginale, se alterato;
- l’opportunità di considerare anche un aiuto psicoterapico, in caso di cofattori psicologici o di coppia che peggiorino la vulnerabilità alle infezioni croniche;
- la necessità di un dialogo approfondito tra ginecologi e gastroenterologi, per fronteggiare con successo le comorbilità a carico degli specifici distretti di competenza.

Parole chiave:
Candida recidivante Stili di vita Vulvo-vaginite

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