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Papillomavirus, che cosa fare dopo l'infezione

21/09/2011

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Ho subito un piccolo intervento per rimuovere tre condilomi, causati dal Papillomavirus. Cosa significa? Dovrei fare la tipizzazione? Avrò per tutta la vita il virus in circolo nel mio organismo? Non c'è possibilità di guarire? Come sarà adesso la mia vita sessuale? E se un giorno vorrò un figlio? Mi sento una malata terminale, sono angosciatissima!”.
Emilia in panico (Varese)
Gentile Emilia, si tranquillizzi. Ha contratto un'infezione da Papillomavirus (HPV) – oggi purtroppo frequentissima, data la crescente promiscuità sessuale senza profilattico! – ma con i controlli e le cure opportune non ci saranno conseguenze importanti. Le rispondo per punti: sì, effettuare il vira-pap, o altri esami simili, è utile per “tipizzare” il o i virus contratti, per sapere se sono a basso o alto rischio oncogeno. Il virus ha un codice genetico che usa il nostro stesso alfabeto (DNA) per cui tende a inserirsi nel nostro stesso codice, dentro il nucleo delle cellule infettate. Lì può restare silente per anni; può attivarsi determinando i condilomi oppure lesioni del codice genetico che promuovono la trasformazione delle cellule infettate in pretumorali e, con gli anni, se non vengono curate, in tumorali (se il virus è ad alto rischio oncogeno); oppure è possibile che l'organismo elimini il virus spontaneamente (“clearance”), anche se non sappiamo quali fattori possano favorire questo esito felice. Non è detto quindi che lo avrà per tutta la vita.
Come sarà adesso la sua vita sessuale? Senz'altro dovrà essere molto più attenta alle malattie sessualmente trasmesse, usando SEMPRE il profilattico, fin dall'inizio del rapporto in tutte le forme di rapporto. E se un giorno vorrà un figlio? La fertilità non è compromessa (se non sono state contratte altre malattie a trasmissione sessuale, per esempio la Chlamydia!). A volte l’HPV può tornare a moltiplicarsi in gravidanza (perché c'è una condizione di parziale immunodepressione), causando la ricomparsa dei condilomi. Il passaggio transplacentare è stato documentato in gravidanza solo in pazienti gravemente immunodepresse (HIV positive). Il parto può essere naturale, vaginale, se non c'è in atto una condilomatosi florida. In condizioni di normale salute, una pregressa e ben curata infezione da Papillomavirus non crea in genere problemi particolari in gravidanza.
Infine, se ha una relazione stabile, è sempre opportuno controllare anche il partner, con visita, penoscopia ed eventuale vira-pap. Ripeto, gentile Emilia: ben seguita, con le cure e i controlli periodici, potrà riprendere una vita serena e in salute… ma usando sempre il profilattico!

Prevenire e curare - Che cosa fare dopo l'infezione da Papillomavirus?

- E' possibile eliminare le cellule in cui il virus si è moltiplicato (condilomi) o sta causando lesioni cellulari (neoplasie intraepiteliali), con interventi mirati (laser, diatermocoagulazione, chirurgia locale), o con famaci in pomata (imiquimod) se i condilomi interessano i genitali esterni (vulva).
- Uno studio americano ha dimostrato che il vaccino quadrivalente può ridurre del 40% le recidive dell’infezione da HPV anche se la donna ha già lesioni al collo dell'utero del tipo CIN 1 o CIN 2. Questo dato è molto incoraggiante. Ne parli con il suo medico!

Condilomi genitali Malattie sessualmente trasmesse Papillomavirus Vaccino anti HPV

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