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Vaccino anti HPV: tutto quello che è bene sapere

18/06/2011

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Gentile professoressa, ho sentito in televisione che in occasione di un recente congresso lei ha raccomandato la vaccinazione contro il Papillomavirus a tutte le donne fino ai 45 anni. Poi però non sono riuscita a trovare altre informazioni. Io ho 38 anni, sono separata e non ho un partner fisso. Secondo lei, dovrei vaccinarmi? E se per caso il virus è già stato contratto in passato, il vaccino va fatto lo stesso?”.
Elsa (Bologna)
Gentile Elisabetta, grazie per le sue giuste domande, che mi consentono di tornare su un argomento che mi sta molto a cuore. La prevenzione primaria e secondaria delle patologie causate dal Papillomavirus umano (HPV) è di importanza cruciale. Il vaccino rientra a pieno titolo in questa strategia preventiva, come è stato evidenziato anche in occasione dell’86° Congresso Nazionale di Ginecologia e Ostetricia tenutosi a Milano lo scorso novembre, di cui sono stata co-Presidente e al quale hanno partecipato oltre 1800 ginecologi italiani.
Contrarre il Papillomavirus espone la donna al rischio di ammalarsi di lesioni precancerose e condilomi genitali, cancro del collo dell’utero, della vulva e della vagina: malattie che possono comportare cure pesanti e una profonda sofferenza fisica e psicologica. I tumori causati dal Papillomavirus, se diagnosticati tardi, possono essere fatali. In Italia, ogni anno 3.500 donne sono colpite da cancro del collo dell’utero e 120.000 da condilomatosi genitale! Inoltre sono aumentati, negli ultimi 20 anni, anche i tumori vulvari causati da HPV in donne di età inferiore ai 50 anni, quindi ancora giovani. Le conseguenze dell’infezione sono molto più gravi nelle donne, anche se aumentano le segnalazioni che questo virus causa in entrambi i sessi tumori della laringe, della bocca e dell’ano. L’infezione da HPV è quindi seria e va prevenuta con ogni mezzo!
Oggi abbiamo in particolare due vaccini, entrambi molto efficaci e con un ottimo profilo di tollerabilità. Il primo è “bivalente”, efficace verso i ceppi HPV 16 e 18 (i più potenti nel causare tumori). E’ indicato nella prevenzione delle lesioni precancerose e cancerose della cervice uterina, del cancro del collo dell’utero, della vagina e della vulva. La sua efficacia è stata finora dimostrata nelle donne dai 10 ai 25 anni. Il secondo vaccino è “quadrivalente” e previene l’infezione da parte dei ceppi HPV 6 e 11 (responsabili dei condilomi o verruche veneree), oltre che del 16 e 18. E’ indicato quindi per la prevenzione dei condilomi genitali oltre che di tutte le lesioni precancerose e cancerose causate da questi virus. La sua efficacia è documentata nelle donne dai 9 ai 45 anni e nei maschi dai 9 ai 15. Infine, uno studio recente ha dimostrato che il vaccino quadrivalente riduce del 40% le recidive in chi abbia già contratto il virus e manifestato una iniziale lesione precancerosa del collo dell’utero. Per tutte queste ottime ragioni, personalmente consiglio il quadrivalente. A 38 anni, dunque, lei può certamente vaccinarsi per proteggersi da tutte le conseguenze dell’infezione da Papillomavirus: tuttavia, visto che le malattie sessualmente trasmesse sono ben 30, usi sempre il profilattico!
Questi dati dovrebbero far comprendere a tutte le donne l’importanza di prendersi cura di se stesse attraverso una doppia prevenzione primaria – uso del profilattico e vaccinazione – e una regolare prevenzione secondaria, con il pap-test. Ma la strada è ancora lunga: pensi che, a distanza di poco più di due anni dalla partenza della campagna di vaccinazione anti-HPV, nella fascia d’età delle dodicenni, per le quali fra l’altro la vaccinazione è gratuita, la percentuale di ragazze vaccinate è appena del 53%.
Una sempre maggiore sensibilizzazione dei medici e del pubblico gioca quindi un ruolo fondamentale. La Fondazione che ho costituito due anni fa per la cura del dolore nella donna contribuisce a questo obiettivo con convegni e corsi per gli specialisti, un sito Internet ricchissimo di informazioni (www.fondazionegraziottin.org) e una presenza costantemente aggiornata anche su YouTube e Facebook.

Le tre mosse vincenti contro l'HPV

1) Far usare regolarmente il profilattico al proprio partner, in ogni rapporto, in ogni tipo di rapporto, e fin dall’inizio dello stesso. Questo semplice accorgimento riduce enormemente il rischio di contrarre l’HPV, e anche tutte le altre malattie sessualmente trasmesse
2) Proteggersi con la vaccinazione quadrivalente, che grazie agli anticorpi indotti dal vaccino impedisce al virus di colpire l’organismo
3) Sottoporsi regolarmente al pap-test e agli ulteriori esami che il ginecologo ritenga opportuni, per la diagnosi precoce di eventuali lesioni causate dal virus già contratto

Come si somministra il vaccino

- La vaccinazione primaria consiste di 3 dosi: la seconda e la terza vanno somministrate iniettate a 2 e 6 mesi dalla prima. Non occorre fare alcun “richiamo” successivo
- Il vaccino deve essere iniettato per via intramuscolare, ad esempio nel braccio o nella coscia
- La vaccinazione non è raccomandata per i bambini di età inferiore ai 9 anni, poiché i dati di immunogenicità, sicurezza ed efficacia in questa fascia di età non sono sufficienti
- Il vaccino non è pericoloso, perché viene iniettata solo una proteina dell’involucro esterno del virus, e non il suo codice genetico (DNA): gli anticorpi memorizzano la proteina che identifica quel ceppo, come fa il numero di targa di un’automobile, e non appena il virus attacca l’organismo lo neutralizzano impedendogli di nuocere

Malattie sessualmente trasmesse Papillomavirus Vaccino anti HPV

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