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Vaginosi batterica: che cosa la provoca, come si cura

Vaginosi batterica: che cosa la provoca, come si cura
21/06/2019

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

“Gentile professoressa, mia moglie ha 56 anni, è in menopausa e soffre di vaginosi batterica. Il tampone vaginale ha rilevato la presenza di Gardnerella vaginalis. La ginecologa le ha prescritto degli antibiotici, ma lei preferisce prendere prodotti omeopatici o naturali. Ha provato un mucchio di cose – yogurt, ovuli vaginali, fermenti lattici – ma senza successo duraturo. Lei che cosa le consiglierebbe di fare? Deve rassegnarsi ai farmaci allopatici?”.
Massimo (Cuneo)
Gentile signor Massimo, la vaginosi batterica è provocata da un’alterazione del microbiota vaginale, ossia dei microrganismi che abitano la vagina. La Gardnerella vaginale è normalmente presente in ogni donna, ma in percentuale minima, in quanto è un germe minoritario. Dà segno di sé quando aumenta di quantità, causando una fermentazione particolare delle secrezioni vaginali con produzione di odore molto sgradevole, simile al pesce avariato. Una delle condizioni predisponenti più frequenti è l’aumento del pH vaginale, ossia una riduzione dell’acidità vaginale.

Qual è il valore fisiologico del pH?

Normalmente il pH è uguale a 4. La vaginosi compare quando il pH sale a 5 o più.

Perché a un certo punto questo valore tende a salire?

La perdita di estrogeni dopo la menopausa è la causa più frequente di innalzamento progressivo del pH, fino a 7.0-7.3.

Veniamo alle terapie: che cosa può fare mia moglie?

Qualche concessione alla cosiddetta allopatia sarebbe proprio necessaria farla. La cura più efficace per prevenire e curare la vaginosi batterica è infatti ripristinare il normale livello di estrogeni vaginali. Una terapia almeno locale con estradiolo, estriolo o promestriene (se non esistono controindicazioni alla terapia ormonale) può idealmente continuare per tutta la vita, sempre sotto controllo ginecologico e con una periodica rivalutazione dell’opportunità di continuare.
L’estrogeno vaginale (meglio se in sinergia con una pomata al testosterone vegetale) è essenziale per curare in parallelo la sindrome genitourinaria della menopausa, ossia l’insieme di sintomi vaginali, vescicali e sessuali che hanno un denominatore comune nella perdita di ormoni sessuali dopo la menopausa, e di cui la vaginosi è un aspetto.
Tavolette di acido borico possono aiutare a ripristinare il pH vaginale. Probiotici vaginali, che contengono lattobacilli, possono ulteriormente contribuire a riequilibrare il microbiota e a riportare la Gardnerella alla minima percentuale fisiologica. Prebiotici e probiotici per l’intestino possono infine contribuire al riequilibrio complessivo dei diversi tipi di microbiota preziosi per la salute, anche attraverso il miglioramento della regolarità intestinale.
Concordo invece con la scelta di sua moglie di non usare antibiotici, che possono agire solo a breve termine riconsegnandoci dopo poco tempo lo stesso problema, aggravato dalle alterazioni del microbiota intestinale e vaginale causate dagli antibiotici stessi.

Antibiotici Ecosistema vaginale / Microbiota vaginale Gardnerella Menopausa e premenopausa Microbiota intestinale pH vaginale Probiotici, prebiotici e simbiotici Sindrome genito-urinaria della menopausa Terapia ormonale locale Vaginosi

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