EN

Vaccino antinfluenzale in gravidanza

30/12/2009

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Cara Professoressa, ho 32 anni e sono in attesa del mio secondo bambino (sono al 5° mese). Sono molto indecisa: faccio il vaccino contro l’influenza o no? Ho paura che possa far male al bambino o comunque crearmi dei problemi. Lei che è così attenta alla salute delle donne che cosa mi consiglia?”.
Marilù S. (Lecce)
Cara Marilù, faccia il vaccino antinfluenzale, soprattutto se ha maggiori probabilità di entrare in contatto con persone che hanno contratto il virus (per esempio, se il suo primogenito va a scuola, la probabilità è alta). I vantaggi della vaccinazione sono superiori ai possibili rischi, specie quest’anno in cui ci attendiamo un’epidemia influenzale particolarmente aggressiva. Anzi, diversi studi hanno messo in evidenza il maggior rischio di serie complicazioni in seguito all’influenza, anche in assenza di condizioni mediche predisponenti, per le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. In particolare è elevato il rischio di polmonite interstiziale, pericolosa sia per le complicanze respiratorie e il sovraccarico cardiaco che comporta, sia perché la febbre elevata e lo stato di infiammazione possono favorire un parto prematuro. Il vaccino è utile anche nelle prime fasi del puerperio poiché una puerpera con influenza potrebbe non solo avere un’infezione grave ma anche contagiare il proprio bambino.

Come si trasmette il virus dell'influenza?

Il virus influenzale si diffonde e viene contratto attraverso il contatto con altre persone infette. Si trova sia nella saliva, sia nel muco delle vie respiratorie, e può penetrare nell’organismo attraverso le mucose (bocca, occhi e naso). Il virus può essere trasmesso per via aerea dal momento del contagio fino ai tre-quattro giorni successivi ai primi sintomi, che si manifestano a distanza di uno-quattro giorni dall’infezione. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane, durante il cosiddetto “periodo di incubazione”, in cui il virus è già presente nel corpo, si sta moltiplicando, può essere diffuso ma non ha ancora dato sintomi evidenti. Il virus si diffonde molto facilmente negli ambienti affollati.

Perché si può fare il vaccino antinfluenzale in gravidanza?

I vaccini antinfluenzali sono a base di virus uccisi o di sub unità. Non esiste quindi alcun rischio di infezione, anche lieve, provocata dal vaccino, come invece poteva succedere con il vaccino della rosolia (che infatti è controindicato in gravidanza proprio perché ottenuto con virus attenuati). Gli effetti collaterali più frequenti consistono in poche linee di febbre per qualche giorno e un possibile arrossamento nella sede d’iniezione (sul muscolo deltoide). L’orientamento è di preferire il vaccino non adjuvato (con squalene) per il rischio, peraltro molto basso, di risposte allergiche a questa proteina del pesce. Lo squalene è usato da molti anni nei comuni vaccini antinfluenzali senza che siano state segnalate reazioni avverse significative. L’obiettivo del vaccino è indurre la sintesi di anticorpi contro quel ceppo virale, iniettando parte della capsula, ossia del rivestimento del virus che possiamo paragonare al “numero di targa”. Questo consente agli anticorpi, che sono i nostri “riservisti”, di entrare in azione e bloccare il virus che abbia quello specifico numero di targa, ossia di riconoscimento. Quanto al momento migliore in cui fare la vaccinazione, in assenza di condizioni mediche predisponenti che rendano imperativamente immediata la vaccinazione antinfluenzale, questa può essere differita all’inizio del terzo trimestre di gravidanza che costituisce la fase di massima vulnerabilità. Certo, dopo una attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio da parte del medico vaccinatore. Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale non è controindicata nelle donne che allattano; l’allattamento infatti non interferisce sfavorevolmente sulla risposta immunitaria. Stia quindi tranquilla e faccia il vaccino, a meno che non esistano le poche controindicazioni che le indico qui sotto! Auguri per il piccolino che verrà!

Prevenire e curare – Quali sono le vere controindicazioni alla vaccinazione?

Il vaccino antinfluenzale non dovrebbe essere somministrato:
- a persone con ipersensibilità alle proteine dell’uovo o ad altri componenti del vaccino, a meno che non sia strettamente necessario;
- in caso di manifestazioni febbrili in atto. Affezioni minori delle prime vie aeree non controindicano in modo assoluto la somministrazione del vaccino;
- in persone sottoposte a trattamenti con immunosoppressori, perché possono rispondere in maniera non ottimale alla vaccinazione antinfluenzale; sarebbe opportuno, quando possibile, rimandare la vaccinazione finché non sia trascorso almeno un mese dall’interruzione del trattamento. E’ comunque opportuna una attenta valutazione del rischio di contrarre un’infezione influenzale, che in tali persone potrebbe avere un decorso più serio e complicato che in altri, rispetto al rischio di una risposta non proprio ottimale.

Gravidanza

Iscriviti alla newsletter

Rimani aggiornato su questo e altri temi di salute e benessere con la nostra newsletter quindicinale

Iscriviti alla newsletter