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Vaccini: come ci si può fidare dell'autocertificazione?

Vaccini: come ci si può fidare dell'autocertificazione?
16/07/2018

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Vaccini: su un tema così delicato come si fa a fidarsi dell’autocertificazione? Soprattutto in una popolazione come la nostra che non ha mai mostrato particolari vocazioni a dire la verità, e tanto meno a certificarla. Una “soluzione” all’italiana, che ha l’unico drammatico risultato concreto di aumentare la vulnerabilità e i rischi, di salute e di vita, dei bambini (e adulti) immunodepressi che la vaccinazione non possono farla, e di quelli che potrebbero ma i cui genitori li privano di una protezione necessaria. Tutti esposti a infezioni gravi e mortali quando la percentuale di vaccinati scende al di sotto di quella quota necessaria a fornire la cosiddetta “immunità di gregge” (“herd immunity”), termine usato per la prima volta nel 1923.
Nel 1930, a Baltimora, il dottor A.W. Hedrich evidenziò che dopo che un numero elevato di bambini erano diventati immuni al morbillo, i casi di infezione si erano molto ridotti, anche tra i bambini vulnerabili. La percentuale di sicurezza varia però a seconda del tipo di infezione considerata. Si parla allora di “soglia di immunità di gregge” (Herd Immunity Threshold, HIT), con percentuali di vaccinati protettive minime diverse a seconda dell’agente infettante e della patologia. E’ del 92-95% per il morbillo: 47 morti per morbillo lo scorso anno in Europa sono sulla coscienza di coloro che sono a priori contro i vaccini, e che, non vaccinando, hanno abbassato l’immunità di gregge fino a rendere possibile la ri-diffusione del virus. E se uno di quei 47 morti fosse un bambino amato, un bambino che ci è profondamente caro, e di cui ci angoscia la lotta che sta facendo contro una leucemia? Quanto ci strazierebbe vederlo quasi farcela, vederlo lottare e sostenerlo giorno dopo giorno, perché sta rispondendo bene alla chemioterapia, e vederlo poi morire di morbillo?
Se invece di parlare per idee sospese nell’aria, si parlasse con cognizione di causa e per esperienza clinica, si sarebbe molto più prudenti. Soprattutto, si capirebbe che non basta dire «io penso che», ma che quel pensiero deve avere contenuti, competenze, evidenze, ancor più se quel pensiero si ripercuote sulla vita di tutti, e soprattutto di chi non si può difendere, come i bambini, che abbiamo il dovere di proteggere con cura, competenza ed efficacia, oltre che con tenerezza. La soglia di immunità di gregge è del 92-94% per la pertosse. Non vaccina chi si è dimenticato, o non sa, che cosa significhi vedere un bambino morire tossendo disperatamente finché la fame d’aria non diventa irreversibile e mortale. E’ dell’83-86% per difterite e rosolia: avete mai visto un bambino malformato per una rosolia nel primo trimestre di gravidanza? E’ dell’80-86% per la poliomielite. Cosa succederebbe se un bambino sanissimo restasse paralizzato dalla polio, come è successo in Germania? Fossi quel bambino cosa dovrei dire a questi genitori che mi hanno ridotto così perché con le loro idee, e negandomi il vaccino antipolio, hanno rovinato per sempre la mia vita? E così via.
I nemici dell’immunità di gregge sono i cosiddetti “free riders” che scelgono di non vaccinare i figli per ragioni diverse: l’inefficacia “percepita” dei vaccini, la credenza mistificata che i rischi siano superiori ai benefici, la sfiducia nelle autorità sanitarie, l’avversione a tutto ciò che sa di farmaceutico, il conformismo social. Soprattutto, per la mancata percezione dei rischi legati alla non vaccinazione, finché si vive di rendita dell’ancora presente livello di immunità di gregge. Salvo fare tutti la fila per un vaccino, per esempio contro la meningite, quando un tragico caso fatale ha reso di nuovo concreta la percezione della gravità di questa malattia.
Mi preoccupa che un Ministro della Salute, per di più medico, non percepisca a quali rischi espone le fasce più vulnerabili della popolazione con questa storia dell’autocertificazione. Come medici e adulti responsabili abbiamo il dovere di far rispettare con certezza le misure che riguardano la salute di tutti. Solo l’etilometro riesce a dimostrare un tasso alcolico pericoloso in tutti gli italiani che guidano brilli, se non ubriachi, e che alla Polizia spergiurano di non aver bevuto. Vogliamo l’autocertificazione? E allora controlli a campione e severe multe pecuniarie (le uniche che gli italiani capiscono) per chi ha certificato il falso. I vaccini sono questione troppo seria per liquidarla con autocertificati. Malattie pericolose, di cui si è persa la percezione nella memoria collettiva, possono tornare, e torneranno, se continuerà questa guerra acefala contro i vaccini. I nostri figli ne saranno le prime vittime.

Autocertificazione Immunità di gregge Legislazione e giustizia Politica Riflessioni di vita Vaccinazione

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