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Tattoo, fra passione e rischi

13/03/2010

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Ho scoperto che mia figlia, 15 anni, si è fatta fare un tatuaggio sul fondoschiena. Mi sono molto preoccupata, sia perché non me ne ha parlato, sia per i possibili rischi per la sua salute. Ovviamente mia figlia banalizza, dicendo che molte sue amiche l’hanno già fatto, ma io non sono del tutto convinta che sia un gesto innocuo. Perché lo fanno e che rischi ci sono?”.
Mariella C. (Roma)
Il tattoo è un gioco, un segno di appartenenza, una moda, che molti genitori accettano tranquillamente. Altri, come lei, giustamente si interrogano su un fenomeno ormai di massa: dal 13 al 22% degli adulti del mondo occidentale ha uno o più tattoo, e la percentuale sale oltre il 33-35% nei giovani tra i 24 e i 29 anni. Le giovanissime lo prediligono, con rischi poco studiati e considerati. Basti pensare alla tossicità a medio e lungo termine dei coloranti utilizzati.
«Perché mai l’avrà fatto?», è allora la domanda che un genitore sensibile si pone e che investe quella grande area di segreti che ogni figlio porta con sé. La ragione può essere estetica e di piacere personale, come abbellimento del corpo e di sé. Ma anche come segno di distinzione (da quelli che non lo fanno), e di individuazione – volto a rendere unica la propria pelle, come un vestito esclusivo – tanto più speciale quanto più il tattoo va a toccare sedi delicate, intime o “proibite”, come il seno, il capezzolo o i genitali. Dai giovanissimi il tattoo può essere visto come un rito di iniziazione: una sorta di segno di passaggio che molti adolescenti ricercano perché li fa sentire grandi e diversi, anche dalle aspettative, non solo estetiche, che i genitori hanno di loro. Una scelta di rottura, o una provocazione, quasi per dire: «Guarda mamma: anche la tua bimba perfetta fa cose che non ti piacciono...». Il tattoo può essere il segno di un amore, quando il nome dell’amato/a è indelebilmente segnato sul corpo (anche se uno studio rivela che il 17% rimpiange di aver segnato per sempre sulla pelle il nome della persona sbagliata...). Fino alla dipendenza, nei casi in cui tutto il corpo diventa una sorta di arazzo pop, pieno di disegni tortuosi e a volte ossessivi.
Anche il tattoo può diventare un’espressione di conformismo. Ci fa comunque riflettere sul bisogno di emozioni, di riti di iniziazione e di rischi che anche gli adolescenti più fortunati, amati e ben cresciuti, portano con sé, e che si esaspera nei ragazzi meno fortunati, in condizioni più disagiate o emotivamente emarginate, che si espongono di più a rischi di infezioni e tossicità diverse, specie nel tattoo “fai da te” tra adolescenti. Ecco perché è saggio non banalizzare.

Attenzione ai rischi da tattoo

I rischi sono relativi:
1) al contenuto dei tattoo: metalli come alluminio o piombo, contenuti nei coloranti, possono risultare tossici per l’organismo. L’estensione del tattoo è un fattore critico: disegni superiori ai 7-15 cm quadrati espongono l’organismo a una dose di piombo da 20 a 40 volte superiore alla dose soglia considerata tossica (0,5 microgrammi al giorno). La preoccupazione è forte sul fronte procreativo, perché il piombo potrebbe causare malformazioni dell’embrione, a distanza di anni dal tattoo stesso;
2) alla risposta immunitaria dell’organismo: il tattoo può causare un’ipersensibilità ritardata in forma di dermatite da contatto cronica;
3) alla modalità di effettuazione del tattoo e infezioni. Se fatto senza utilizzare aghi monouso e materiale rigorosamente sterilizzato, il tattoo comporta un rischio di 6 volte maggiore (rispetto a chi non ha tatuaggi) di trasmettere l’epatite B e C.

Consigli pratici

Ecco come ridurre il rischio di infezioni, intossicazioni e reazioni immunitarie:
- aumentare il controllo sulle condizioni igieniche in cui il tattoo viene praticato;
- migliorare l’informazione, a casa e a scuola, oltre che sui media, sui maggiori rischi che alcune sedi delicate portano con sé;
- evitare il “fai da te” tra amici e adolescenti;
- preferire centri seri e controllati;
- evitare tattoo estesi, oltre qualche centimetro, in quanto aumenta il rischio di tossicità da metalli in essi contenuti.

Applicazioni mediche del tattoo

Il tattoo può essere usato positivamente per migliorare il risultato cosmetico di malattie dermatologiche, o di esiti cicatriziali non soddisfacenti a livello del volto; oppure dopo chirurgia cranio-facciale, plastica e ricostruttiva, dopo procedure cosmetiche, dopo ricostruzione del seno e dell’areola in seguito a mastectomia.
Molte mie pazienti hanno scelto tattoo graziosissimi per coprire cicatrici di addomino-plastica; oppure hanno voluto un fiore gentile disegnato sopra un seno ricostruito dopo un tumore, come segno di speranza.
Il tattoo può dunque esserci amico o nemico a seconda delle motivazioni che hanno indotto a farlo, del tipo di coloranti usati, delle norme igieniche seguite, nonché della sede ed estensione.

Adolescenti e giovani Piercing e tatuaggi

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