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Spoleto: bellezza, cultura, energia

13/07/2015

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Spoleto era la bella addormentata umbra, finché non arrivò il suo Principe azzurro: Gian Carlo Menotti, ideatore del Festival dei Due Mondi, che nel 1958 la risvegliò da un sonno centenario. Uomo colto, visionario, ma anche grande imprenditore culturale, Menotti fece di Spoleto, cittadina allora sconosciuta ai più, il simbolo di quanto bellezza, cultura, tradizione, spettacolo possano tradursi in energia straordinaria e feconda, su molteplici fronti.
Energia trasformativa: con ristrutturazioni conservative rispettose, colte, Spoleto è oggi un gioiello di architettura che è splendido assaporare di giorno ma anche, soprattutto, di notte. Quando torna il silenzio per le strade magnifiche, quando il chiaro di luna accende di luce soffusa e sognante gli archi medioevali, i profili dei tetti, i portoni, quando gli scorci che si aprono tra le ripide scale incantano gli occhi e il profumo della notte ricorda antiche seduzioni. Le ombre si accendono a tratti con la luce di silenti lampioni. L’anima della città esce dalle case silenziose e comincia a sussurrare una canzone antica. Ti accarezza gentile, appena sfiorandoti, se sai sentirla. Acquieta il lasciarsi incantare passeggiando senza meta, assaporando il tempo e la storia che anche qui hanno lasciato tracce magnifiche, valorizzate con sapienza.
Energia culturale: spettacoli ben scelti, che stimolano mente, occhi e cuore. E’ un gran gusto tornare ogni anno a Spoleto per regalarsi bellezza, arte e un tuffo in una varietà di stimoli culturali entusiasmanti. Ancor più se si ha la fortuna di avere amici spoletini con cui è gran gioia reincontrarsi per condividere il bello della vita. Magari dopo essersi fatti sedurre da una serata magica al Teatro Romano, deliziati da Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi. Quando la vedi danzare, capisci perché l’esigentissimo pubblico parigino la adori. Tecnica superlativa, leggerezza che sfida la legge di gravità, carisma scenico, eleganza sublime. E un brio divertito e inatteso quando si lancia in un “cheek to cheek” che manda letteralmente il pubblico in delirio. Notevolissimi per tecnica e presenza scenica anche gli altri ballerini, tra cui una deliziosissima Valentina Manni, étoile della Scala.
Anni di esercizi quotidiani, dove i talenti vengono affinati con una disciplina teutonica, un impegno che non conosce incertezze, una passione dove la solidità del progetto di sé non cede alle infinite difficoltà che in ogni vita selezionano i veri numeri uno. In un mondo corrotto, balletto ed esecuzioni musicali favoriscono ancora quell’eccellenza esecutiva che cresce solo attraverso il lavoro e l’impegno. Dove non c’è posto né per velleitarismi né per autocompiacimenti, né per raccomandazioni. Sul palco sei solo, con la tua verità. Anche questo, un gran bel messaggio etico.
E’ stupendo sentire l’energia del pubblico che sale, sentire l’attesa, lo stupore, la gratitudine, vedere i volti sempre più sorridenti, i corpi tesi nel cogliere ogni passaggio, l’intensità dell’apprezzamento quando l’applauso si prolunga senza fine. Ed è un altro piacere gustare Adriana Asti, che a 84 anni (!) regge da sola, con eccellente accompagnamento musicale, due ore di spettacolo su testi di Bertolt Brecht con un’energia e una forza che sono un monito fortissimo per tutti coloro che si sono già arresi agli insulti del tempo.
E se si ama la natura, di giorno l’Umbria regala una gioia immensa, Con una chicca imperdibile: salire a Castelluccio, per gustarsi la fioritura di campi immensi di fiordalisi blu e papaveri rossi in una festa di colori che non ha eguali. E se si adora andare a cavallo per i monti, perdersi in questa bellezza su un bel morello arabo è felicità assoluta.

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