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Profumi e odori, la sottile soglia della percezione

Profumi e odori, la sottile soglia della percezione
31/10/2018

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

“Leggendo la lettera della signora bolognese, ben poco educata, a mio avviso, rilevo la definizione di «odore da vecchia», come se le donne anziane emanassero cattivi odori da ogni parte del corpo. Dal canto mio ricordo mia nonna, oltre che per le innumerevoli qualità, anche per l'odore intenso di lavanda che aveva sempre. Se una ha un cattivo odore, non credo proprio dipenda dalla menopausa”.
Piera ‘60
Gentile signora Piera, grazie per il commento, per i molti spunti di riflessione che ci offre e per il ricordo del raffinato profumo di sua nonna, che dà a tutti noi motivo per risentire nella memoria i profumi d’infanzia che abbiamo amato e che ci hanno resi felici.
Ognuno di noi ha una mappa olfattiva, molto accurata e precisa, dei luoghi e delle persone che ha amato (o detestato), ma anche una narrativa olfattiva, nel senso che potremmo riscrivere la storia della nostra vita attraverso i profumi che l’hanno percorsa e accesa di amore, di bellezza e di poesia, se siamo stati benedetti da un’infanzia e una giovinezza dai tratti positivi.
Potrei scrivere un racconto quasi proustiano sui profumi della squisita cucina della mamma e della nonna, ma anche sul profumo dei tigli che adoravo assaporare mentre andavo a scuola in bicicletta, nel mese di maggio, e tutta la cittadina era avvolto da questa nuvola che mi rendeva felice. E che ancor oggi mi ridà un tuffo al cuore, quando a maggio risento i tigli in fiore.
Tuttavia, nulla è più soggettivo della sensibilità olfattiva, sia perché abbiamo sensibilità e soglie olfattive diverse, sia perché è molto individuale la selezione olfattiva degli odori che facciamo a livello della parte più arcaica del nostro cervello (il rinencefalo) e a livello inconscio. Fino al caso estremo dell’“iperosmia” di alcune signore in gravidanza, che sono turbate perché sentono solo gli odori sgradevoli, per di più amplificati in modo molto molto fastidioso, con un disturbo per fortuna reversibile dopo il parto.
La signora bolognese, le cui parole l’hanno irritata, ha una sensibilità olfattiva che le fa connotare come “sgradevole” l’odore della pelle che non ha più il nutrimento estrogenico: una sensazione comune a molte altre donne, le quali mi segnalano con gioia di aver finalmente ritrovato il “proprio” profumo quando iniziano una terapia ormonale su misura. Il tipo di odori e profumi percepiti è quindi molto variabile, ed è appropriato, scrivendo a un medico, che una lettrice usi le espressioni che ritiene più adeguate per descrivere il suo sentire. Un cordiale saluto.

Prevenire e curare - Microbiota, pH vaginale e odore

Molte donne, anche giovani, consultano il medico per uno sgradevole odore intimo di “pesce avariato”, che persiste nonostante un’igiene iperzelante. L’odore è dovuto a una vaginosi batterica. E’ causata dall’aumento di un microrganismo normalmente presente in vagina, la Gardnerella vaginalis, la quale fermenta le amine aromatiche causando appunto il cattivo odore, in parallelo ad un aumento del pH vaginale. Basta ridurre il pH con acido lattico, lattobacilli o estrogeni, se la donna è in post-menopausa), e il cattivo odore scompare.

Gardnerella Menopausa e premenopausa Olfatto / Feromoni / Anosmia Terapia ormonale sostitutiva

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