Roberta S. (Chieti)
Le sconsiglio la scelta della casa di cura, se non ha un alto numero di parti e un personale conosciuto per la qualità dell’assistenza ostetrica: c’è infatti il rischio che in caso di un’emergenza, la casa di cura con parti occasionali non sia attrezzata per affrontarla, con gravi rischi per la sua salute e quella del bambino. Purtroppo ho visto tragedie – con esiti poi di danno cerebrale al bambino – per parti che si sono complicati improvvisamente, in strutture non adeguate, anche se private e dal nome altisonante. Ugualmente, l’ospedale con alto numero di parti – e quindi ginecologi e anestesisti presenti in ospedale e non solo “reperibili” su chiamata – riduce drasticamente i problemi proprio perché in caso di emergenza i medici essenziali possono intervenire in pochissimi minuti (purché non siano irresponsabili come quelli coinvolti nei recenti, drammatici episodi di malasanità di Messina o Roma!).
Perché si fa un taglio cesareo?
E perché la donna vuole sempre più il cesareo? Per due gruppi di ragioni:
a) per paura, del “trauma” del parto, di manovre violente di cui ha sentito parlare, del “taglio” (episiotomia) che viene fatto per favorire l’uscita del bambino, del forcipe o della ventosa, di avere danni permanenti dei muscoli del pavimento pelvico, con successiva incontinenza o prolasso, e non ultimo per la paura di danni irreversibili al bambino in caso di sofferenza fetale grave. Paure che nascono dall’aver già fatto o sentito esperienze negative di parto vaginale o dall’avere complicanze della gravidanza in corso;
b) per desiderio di autoprotezione di sé e del bambino, usufruendo di una modalità di parto “programmata”, percepita come moderna, sicura, e garantita. Il che non è: come ogni atto chirurgico, il taglio cesareo ha rischi operatori e anestesiologici, oltre che rischi specifici per future gravidanze. Basti dire che il cesareo aumenta dell’1-4% il rischio di una malposizione della placenta (“placenta previa”) e del 25% altre patologie placentari che complicano poi le gravidanze successive, causando a volte emorragie massive che possono essere fatali.
Ecco perché in una donna giovane al primo figlio è più saggio il parto naturale, purché le sia garantita un’assistenza di qualità, umana e ostetrica! Auguroni di cuore!
Prevenire e curare – Per partorire bene in modo naturale bisogna:
2) dare più spazio alle ostetriche per una migliore preparazione e assistenza al parto. Questo include l’insegnare la donna a rilassarsi in modo ottimale e a imparare lo stretching che la aiuterà a distendere il muscolo che chiude in basso il bacino (“elevatore dell’ano”) per far nascere al meglio il bambino, in un rapporto personale che può calmare le sue ansie e le sue paure (come le brave ostetriche sanno fare), rispettando i tempi di un parto naturale;
3) garantire un reparto ostetrico con medici preparati e sereni, pronti a intervenire, se serve e quando serve, così da garantire quella sicurezza di nascita che ogni coppia e ogni bambino si aspettano e meritano, e che una società civile deve garantire.
Parto vaginale / Parto cesareo Rapporto medico-paziente Rischi ostetrici e fetali