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Papillomavirus: fra poche settimane arriva il vaccino 9-valente

16/09/2016

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

“Gentile professoressa, sono un padre separato con una figlia di 14 anni. In questi ultimi mesi, io e la mamma stiamo cercando di darle tutte le informazioni che possono esserle utili per una vita sessuale serena e responsabile. Abbiamo sentito parlare di un nuovo vaccino che protegge dal Papillomavirus: di che cosa si tratta? E’ consigliabile vaccinare una ragazza così giovane? Grazie e buon lavoro”.
Stefano B. (Ravenna)
Gentile Stefano, riprendo volentieri il discorso affrontato più volte in passato perché ci sono importanti novità. I Papillomavirus sono una grande famiglia di virus, di oltre 100 ceppi diversi. Nella donna, il tipo 6 e 11 causano il 90 per cento delle verruche veneree (o condilomi genitali). Il tipo 16 e 18 causano il 70 per cento dei cancri del collo dell’utero. Il rimanente 30 per cento è causato da altri ceppi HPV ad alto rischio oncogeno. Nel tempo sono stati studiati e lanciati vaccini monovalenti (contro il tipo 16), bivalenti (contro il tipo 16 e 18) e quadrivalenti (contro 6, 11, 16 e 18).

Qual è la novità a cui accennava?

La novità, adesso, è questa: fra ottobre e novembre arriverà in Italia e in Europa un nuovo vaccino 9-valente, che porterà all’eliminazione quasi totale delle patologie causate da questo gruppo di virus, grazie a un’efficacia dimostrata del 97%. Finora, con i vaccini bivalente e quadrivalente, si arrivava al massimo all’85%. L’annuncio è stato dato il 15 giugno scorso al Congresso Internazionale Eurogin 2016, a Salisburgo.

Perché si è reso necessario sviluppare dei vaccini per questi virus?

Per la loro estrema pericolosità e diffusione, a causa della crescente promiscuità vissuta senza la protezione del profilattico. In Italia si registrano ogni anno 80.000 nuovi casi di condilomi genitali nei maschi e 130.000 nelle femmine: patologie che, pur benigne, richiedono esami e terapie impegnative, ripetute e dolorose, soprattutto nella donna. Gli HPV oncogeni causano inoltre i molto più temibili carcinomi: ogni anno, in Italia, provocano ben 2.000 nuovi casi di carcinomi fra gli uomini e 4.400 nuovi casi fra le donne.

Perché questi virus sono così pericolosi?

Gli HPV hanno una peculiarità: un codice genetico che usa il nostro stesso alfabeto (acido desossiribonucleico, DNA) per cui tendono a inserirsi nel nostro stesso DNA, dentro il nucleo delle cellule infettate. Lì l’HPV può causare effetti biologici diversi.

Quali?

Ci sono cinque possibili esiti. Il virus può infatti:
1. essere eliminato spontaneamente dall’organismo (un fenomeno noto come “clearance”), dopo un’infezione transitoria: non sappiamo però quali fattori possano favorire questo esito;
2. restare silente per anni, del tutto asintomatico, dando luogo a un “portatore sano”, uomo o donna che sia;
3. causare condilomi genitali;
4. causare lesioni precancerose;
5. causare carcinomi invasivi a carico del collo dell’utero, della vagina e della vulva, nella donna; del pene nell’uomo; della bocca, dell’ano e della vescica in entrambi. Il carcinoma del collo dell’utero è il primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come causato totalmente da un’infezione da HPV.

Il vaccino è sicuro?

Sì, perché non contiene DNA virale: è quindi diverso dai vaccini con virus attenuati, come avviene per la rosolia o l’epatite. L’antigene, ossia la sostanza che viene iniettata nel nostro corpo per stimolare la difesa immunitaria, è una proteina del capside, il rivestimento del virus (qualcosa di simile alla carrozzeria di un’autovettura). Questa proteina non ha alcuna capacità infettante né dannosa, poiché non contiene DNA, ma al contempo – come una specie di numero di targa – permette all’organismo di individuare il virus e di eliminarlo.

E le reazioni avverse?

Possono essere attivate dagli eccipienti, per esempio dalle proteine dell’uovo contenute nel vaccino.

Ha senso vaccinare le adolescenti?

Assolutamente sì! Vaccinando i nostri figli, idealmente tra gli 11 e i 12 anni, alziamo uno scudo formidabile contro un virus pericoloso per la salute e per la stessa vita: quando i carcinomi vengono diagnosticati tardi, possono essere fatali! Ci si può vaccinare anche a 14 anni, l’età di vostra figlia, perché il vaccino dà una risposta anticorpale adeguata fino ai 45 anni. Ed è probabile che protegga anche dopo questa età, perché la risposta del sistema immunitario di un organismo sano, seppure più avanti negli anni, è la stessa.

Sarebbe opportuno vaccinare anche i figli maschi?

Certamente, sia per proteggere il futuro del giovane uomo, perché gli HPV, oltre a causare condilomi e carcinomi, possono anche ridurre la fertilità; sia per solidarietà e protezione verso le donne che il ragazzo può frequentare. In Italia già 9 Regioni prevedono la vaccinazione anche per i giovani maschi, in attesa che venga approvato il Piano Nazionale Prevenzione Vaccini 2016-2018, che include la vaccinazione anti-HPV universale.

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