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Niente crisi per botulino e tatuaggi

01/07/2013

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Il bisogno di bellezza non conosce crisi: secondo il Censis, nel 2012 il numero di persone che ha richiesto iniezioni di acido ialuronico a scopo estetico è aumentato del 24,5% (!) rispetto all’anno precedente. L’uso del botulino, sempre con intenti migliorativi, è aumentato del 15,6%. Aumenta anche il bisogno di differenziarsi attraverso i tatuaggi: ogni settimana aprono in Italia 4 nuovi centri che si dedicano all’arte di modificare il vestito di pelle con disegni più o meno originali, con costi che vanno dai 40 ai 2 mila euro l’uno. E anche l’industria cosmetica tiene bene. Sorprende, dunque, che dai bilanci personali, sempre più difficili da tenere in ordine, riescano magicamente ad uscire con certezza i denari per la bellezza.
Quali bisogni si cerca di soddisfare ricorrendo più o meno massicciamente all’intervento estetico o comunque “differenziativo”? Il bisogno di esistere e di valere negli occhi degli altri, nello specchio sociale, perché “belli”. E dunque “visibili”. E’ fortissimo il progressivo spostamento del valore della persona dall’essere all’apparire, più forte nelle società ad alto reddito e laiche, ma in rapida diffusione anche nei Paesi economicamente svantaggiati (a meno che l’immagine non sia stigmatizzata da credo religiosi).
L’aspetto estetico è indubbiamente un passe-partout nella vita, nelle relazioni affettive come nel lavoro, con nette differenze a seconda della professione. Tuttavia è evidente come le persone vi ricorrano per se stesse, per ragioni emotive anzitutto. L’età è precoce, nella primissima adolescenza, per la ricerca di un’identità corporea diversa attraverso il tatuaggio, e procede con la ricerca “migliorativa” attraverso acido ialuronico, blefaroplastiche, mastoplastiche o interventi cosmetici anche più complessi. L’età è tanto più giovane quanto maggiore è l’insicurezza sul sé corporeo. La ”punturina”, di ialuronico o di botulino, è considerata una piccola innocua civetteria dopo gli “anta”, anzi quasi un gesto d’amore per sé e di rispetto per gli altri, non solo tra le donne ma anche tra gli uomini, che solo recentemente sembrano aver scoperto il gusto di ringiovanirsi (o tentare di farlo) grazie a cure cosmetiche mirate. L’intervento cosmetico in età più giovane, non motivato da ragioni obiettive (per esempio asimmetrie marcate negli organi pari) è invece frequente espressione di conflitti interiori che l’adolescente e il giovane, uomo o donna, non riescono ad affrontare sul terreno psicologico: vengono allora scaricati sul corpo, che può diventare il teatro di una guerra, a volte sanguinaria e autodistruttiva, tra la percezione interna di sé e l’immagine allo specchio. Una guerra interiore che non sembra risentire affatto di fattori economici. La richiesta di “cambiare in meglio” (e non è detto che avvenga) assume allora i caratteri di un’urgenza non differibile, capace di collocarsi al primo posto anche in persone con limitatissime disponibilità economiche.
La passione per l’aspetto estetico più desiderabile sembra essere percepita come il miglior antidoto alla solitudine: illusione peraltro dolorosissima. L’acuta indagine-riflessione del Censis parla di ”fenomenologia della società impersonale”: «Una società che non ha coscienza di sé, ma vive tutto come fosse un paesaggio (…) che non chiede partecipazione né azione. Con l’esasperazione (…) del primato dell'io, del nuovo, del successo, la società propende al voyeurismo, non all'impegno, ed è destinata al populismo del guardare».
Il paradosso è che il tatuaggio, usato per rendersi “diversi” e “unici”, è oggi così diffuso da essere diventato uno strumento potente di conformismo. Così come il ricorso esasperato a una chirurgia plastica che rischia di irrigidire e massificare i volti e i corpi. L’arte di essere unici, valorizzando la propria differenza fisica, curandola senza stravolgerla, e la propria differenza emotiva, culturale, professionale, etica e spirituale, sta di fatto cedendo il passo a una crescente paura di essere unici. Peccato: perché solo coltivando l’essere, oltre che l’apparire, si può essere unici. E piacevolmente indimenticabili.

Botulino / Tossina botulinica Chirurgia estetica / Lifting Immagine corporea Piercing e tatuaggi

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