Maddalena C.
Di fatto, senza ormoni sessuali anche la donna più attenta alla salute diventa come una Ferrari senza benzina. Questa carenza, infatti, colpisce in parallelo il cervello, che governa desiderio sessuale ed eccitazione mentale, e gli organi genitali, causando la cosiddetta sindrome genitourinaria della menopausa (GSM): un quadro clinico caratterizzato da sintomi sessuali, fra cui difficoltà di eccitazione genitale e di lubrificazione, con secchezza vaginale, dolore o impossibilità alla penetrazione, difficoltà o impossibilità di ottenere un orgasmo; e da sintomi vaginali e urinari, fra cui le temibili cistiti 24-72 ore dopo il rapporto.
La singola donna può poi avvertire maggiormente la perdita di desiderio, se vive una relazione di coppia usurata, con un partner distratto, monotono, noioso o impegnato altrove, nel lavoro, negli hobby o nelle storie parallele, con variazioni sul tema della “monogamia seriale alternativa”. Oppure sentire di più il silenzio della risposta genitale, più marcato in tre casi: 1) quanti più anni sono trascorsi dalla menopausa senza l’aiuto prezioso degli ormoni, almeno genitali, per tenere in salute vulva e vagina; 2) se non ha avuto rapporti per anni: la funzione crea l’organo, dicevano i medici dell’antica Scuola Salernitana; 3) se non ha avuto figli, o li ha avuti solo con taglio cesareo, perché in tal caso i muscoli del pavimento pelvico, contratti e retratti, restringono l’entrata vaginale causando un dolore tremendo al rapporto, con lacerazioni che possono sanguinare.
La terapia della GSM è semplice: ormoni locali (testosterone in pomata, estrogeni o prasterone), fisioterapia per rilassare i muscoli contratti, diazepam vaginale per favorire la distensione muscolare. Già dopo tre mesi i tessuti cominciano a rispondere, e dopo sei mesi si torna a risentire il gusto fisico di far l’amore, se il desiderio illumina la vita. Più difficile è far ripartire il desiderio nelle relazioni usurate: ottimo curare il corpo con gli ormoni, ma la passione si riaccende in una relazione che sappia rinnovarsi e vibrare. Spesso è un sesto grado.
Amalia R.
No. Può continuare, sotto controllo medico, “finché i benefici superano i rischi”, come dicono le ultime linee guida internazionali.
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