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Macron: che cosa rivela il suo linguaggio non verbale?

22/05/2017

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

I francesi non eleggono un Presidente, eleggono un sovrano. Metaforicamente, s’intende. Una repubblica presidenziale vive di simboli, oltre che di contenuti e metodo politico. I francesi si aspettano che il Presidente abbia il “physique du rôle”: senso alto dello Stato, rispetto del ruolo, energia e carisma, competenza e coraggio, statura morale (oggi più che mai). Se poi ha fascino, “Dieu le bénisse”, che Dio lo benedica.
Emmanuel Macron ha sparigliato tutte le carte della politica francese. Ha fondato un movimento, “En marche”, che in un anno lo ha portato a diventare l’ottavo Presidente, e il più giovane, della Quinta Repubblica. E’ stato interessante seguirlo su France 24 nel corso della campagna per le elezioni e ieri nel passaggio di consegne da François Hollande, suo mentore politico e settimo Presidente. Ha il temperamento del leader, e lo ha dimostrato, convincendo più di 20 milioni di francesi a votare per lui. Composto, educato, concentrato, serio o sorridente a seconda del contesto, ha grande capacità di ascoltare e mediare per ottenere ciò che vuole. Ambizioso – non si diventa Presidente della Repubblica a 39 anni per caso – detesta le urla, il linguaggio volgare e gli attacchi di collera, rarissimi in lui. Ha dimostrato che si può essere molto efficaci e politicamente convincenti usando un linguaggio impeccabile. Del resto, è stata proprio l’immensa Marguerite Yourcenar a scrivere che «la volgarità del linguaggio denuncia la miseria del pensiero».
Macron si muove a seconda del momento con un’energia controllata e al tempo fluida, con qualche momento di rigidità da protocollo nei momenti ufficiali. E’ un uomo sportivo. Gli piace il calcio: giocava da terzino sinistro nella squadra della prestigiosa “École Nationale d’Administration” (ENA) dove si è formato. Gioca a tennis, scia, fa jogging: lo rivelano il fisico asciutto, il passo elastico. La sua mimica facciale conserva una freschezza espressiva – nonostante le pressioni e la tensione di un anno molto impegnativo – che indica come le emozioni (anche negative) abbiano un’ottima valvola di scarico nel movimento, che ricarica energia pulita. Energia che significa anche capacità di sguardo coraggioso, forte e determinato sul futuro. Farà dello sport un pilastro dell’integrazione e del rilancio dell’economia, che ha riassunto in cinque ottimi punti (da sportiva e da medico che sostiene il valore dello sport per la salute e l’integrazione, non posso che applaudire!). Vuole conquistare alla Francia i Mondiali di Rugby del 2023 e le Olimpiadi del 2024. «Perché mi piacciono i Giochi Olimpici? Perché mi hanno fatto sognare. Qualche volta piangere. Perché mi hanno fatto vibrare»: questo dice il giovane uomo Macron. E il politico Macron? «Cercherò di avere i Giochi Olimpici perché cambiano la struttura del Paese. Perché portano a creare infrastrutture che sono strutturanti, dove si crea una comunione d’intenti che permette di superarsi, di trascendere i limiti». Impara rapidamente. Lo si è visto anche dalla maturazione del linguaggio non verbale in quest’anno di corsa vincente alla Presidenza. Il volto rivela educazione profonda, dei gesti e dell’animo: oltre alla famiglia, la scuola dei Gesuiti, dove ha fatto il liceo classico, ha lasciato tracce profonde nel suo modo di strutturare il pensiero e usare il linguaggio, e nell’educazione della voce.
Ieri ha mostrato senso dello Stato con alcune scelte molto appropriate per rilanciare quella “verticalità” di ruolo che i francesi si aspettano da un Presidente (non a caso dei nobili si diceva “Sua Altezza”), perché da una persona in posizione pubblica alta ci si aspetta nobiltà di comportamento. Per l’uscita a salutare la folla lungo gli Champs-Élysées ha scelto un’auto militare, completamente scoperta. Coraggio e messaggio di fiducia nei francesi e nel futuro. Composto, con un’autorevolezza da giovane principe. «Ricorda De Gaulle». «No, direi Mitterrand», dicevano i commentatori: in ogni caso due Grandi. Postura eretta ma non rigida, salutava sorridente. Questo senso del ruolo, che ben promette, non l’ha capito Francois Hollande, dove l’uomo Francois ha (quasi) ucciso il presidente Hollande. Inappropriate per il ruolo e imperdonabili per i francesi le uscite notturne in motoretta per correre dall’amante, come un adolescente, o le uscite senza ombrello sotto la pioggia, bagnato fradicio.
Composta e riservata anche Brigitte Trogneux, la moglie, in azzurro, colore dei suoi occhi e dell’intelligenza, che ha assaporato negli anni una fedeltà rara e una complicità affettiva e strategica che l’ha portata a diventare Première Dame de France. E’ probabile che uno stato di grazia, di fascinazione collettiva, accompagni Macron. Riuscirà a dare concretezza alle sue promesse? Auguri di cuore, Signor Presidente.

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